martedì 26 novembre 2019

Castlevania: Symphony of the Night Alucard by Gantaku



Ho già parlato del personaggio di Alucard, dal celebrerrimo titolo videoludico Castlevania: Symphony of the Night in occasione dell'uscita della statua della Mondo, nel febbraio scorso a questo link:
https://darkarynland.blogspot.com/2019/02/castlevania-symphony-of-night-alucard.html
Indi, non starò a raccontarvi la rava e la fava, se non che aspettavo davvero con trepidazione questa statua dedicata al figlio di Dracula by Gantaku.
Già annunciata nei primi mesi del 2018, inizialmente passata in sordina, questa statua è diventata mano a mano sempre più un feticcio per i gli appassionati di Castlevania.
Sin dalle prime immagini trapelate in digitale eseguite da Fabiano Carlos Coelho, mi sono letteralmente innamorato di questa statua.


La scultura è  nata da un'idea di Coelho come una fan-art; la base presentava una forma triangolare, e al fianco di Alucard svettava un famiglio, uno degli aiutanti di Alucard nel videogioco.
Quando il progetto è stato presentato alla Gantaku lo hanno accettato con entusiasmo, è stata poi la Konami (detentrice dei diritti sul personaggio) a imporre dei cambiamenti sulla struttura della scultura, che è poi diventata ciò che conosciamo oggi, con questa grande base disegnata in digitale dall'artista Nekro Borja.



Già dalle prime immagini dei prototipi colorati, mi sono accorto della grande accuratezza con cui hanno tributato l'arte di Ayami Kojima. Questa di Gantaku è la terza statua in commercio di un certo livello dedicata ad Alucard, ma a mio avviso questa è quella che più riesce a catturare il design dei migliori artwork. Basta osservare questa immagine per rendersene conto:


La cura con cui hanno reso la giacca, le catene, lo sguardo, le labbra, i capelli, davvero un lavoro encomiabile dal punto di vista del design più puro.


Devo dire che, statua alla mano, sono rimasto molto colpito soprattutto dalla pittura del viso, molto bella: le labbra lucide, la pelle, gli occhi ben definiti ed espressivi.
La figure si presenta molto alta e slanciata, con il corpo ricoperto da texture molto d'effetto e credibili, sanno differenziare molto bene la differenza tra i vari materiali. Mi aspettavo qualcosa di più nella definizione delle ciocche dei capelli, ma tutto sommato il mio modello da questo punto di vista è abbastanza fortunato.
Non posso dire altrettanto degli incastri; ecco, come spiego abbondantemente nella video recensione che vi allego a questo post, l'insana idea di fare l'incastro della testa con così pochi millimetri di scarto con il collo del mantello, crea grossi problemi al momento del contatto. Ci ho messo ore ad assemblare questo modello!
Ho fatto ricerche in rete, mi sono confrontato con varie persone di tutto il mondo, e il mio caso non è certo isolato.
Esistono anche statue più fortunate certo, d'altro canto ogni caso fa a sé, bisogna ricordarsi sempre che queste sono sculture stampate in quantità limitata (1000 pezzi in questo caso),  rifinite e colorate a mano, quindi è fisiologico che quando crei incastri complessi su strutture rigide come resine, polystone, possa trovarti con problemi poi.

Ecco, se posso fare un appunto a questa stupenda scultura, è al malsano sistema di incastri.
Certo, fare un blocco unico del tutto avrebbe potuto creare poi problemi nell'imballaggio con conseguenza di varie statue rotte, visto che vengono spedite in tutto il mondo.
Il mantello che si leva è una bellissima idea, bello poter posare Alucard senza, ma, almeno nel mio modello, un operazione un po' rischiosa.
Bisogna infatti fare particolare attenzione al mantello. si macchia di scuro nella zona interna del collo quando si sfrega con la figure, cosa a mio avviso abbastanza assurda, in pratica prende il colore della giacca sottostante.
Per fortuna queste macchie rimangono nascoste, sembrano quasi sfumature, e finisce lì, ma bastava pensare a un sistema di feltrini interni per ovviare alla cosa, in ogni caso la statua si presta, per come è stata strutturata, al graffio facile. Se siete maniacali e volete sempre le vostre figure intonse, montatela una volta e non toccatela più, è molto delicata.
Peccato che per cambiare il braccio destro, che è quello configurabile con scudo o crocifisso, bisogna per forza smontare il mantello e la testa, sarebbe stato forse più pratico un incastro all'altezza dell'avambraccio. Per fortuna la mia copia ha problemi solo con l'innesto del capo, gli altri funzionano a dovere e risultano piuttosto stabili.

L'ideale è intendersene un po' di modellismo per risolversi da soli i piccoli difetti che ci possono essere nella propria copia. Nel mio caso mi ha aiutato un caro amico, e devo dire che ora il risultato è ottimo. Infatti grazie a lui ho capito che mi si era staccato il magnete situato sotto al foulard di Alucard, incredibile ma vero si era fissato all'altro magnete che sta sul corpo, ecco perché ho incontrato tante problematiche nel montare la testa, non si attaccava proprio come avrebbe dovuto!
Inoltre nella mia copia i piedi non si inserivano totalmente nella base, si è risolto scavando al suo interno con un oggetto appuntito.

Le mie critiche vogliono essere costruttive, e lo sottolineo in particolare perché per il resto questo Alucard Gantaku è uno spettacolo per gli occhi. Credo davvero tra i pezzi migliori della mia collezione. Esteticamente non mi ha affatto deluso, anzi, a differenza della sfortunata statua Mondo, non differisce molto dalle immagini promozionali diffuse nei mesi scorsi, quando la guardo le perdono qualsiasi cosa, ma la fase di montaggio la ricordo come un'esperienza traumatica. Collezionare è una passione per me e per altre milioni di persone, chi produce questo genere di prodotti ha il dovere di fare in modo di renderci felici, non certo incazzati o frustrati, anche perché stiamo parlando di oggetti che costano fior di soldi.
Questa in particolare viene 450 dollari sul sito della Sideshow, ma contando la dogana la paghereste davvero una fucilata, e i preorder sono finiti da tempo, indi fatevi un po' due conti.
Poi certo capisco che controllare perfettamente 1000 statue non sia una passeggiata, soprattutto per una casa piccola come la Gantaku, ma è una cosa su cui deve assolutamente migliorare.


Se siete amanti sfegatati di Castlevania e adorate le statue, questo è praticamente un acquisto imprescindibile, al netto di tutte le problematiche di cui vi ho parlato, abbiamo comunque davanti un pezzo da collezione configurabile in vari modi: dallo scudo, alla spada, alla mano che impugna il crocifisso, al fatto di poterlo esporre senza mantello.
La base stessa, criticata da varie persone perché ritenuta inutilmente grande, è un pezzo di design goticheggiante fantastico.

Ora vi lascio alla video recensione con tanto di unboxing che ho messo sul mio canale YouTube:



Credit:

Direttore creativo: Fabiano Carlos Coelho, Nick Chang.
Artisti 3D: Fabiano Carlos Coelho - Concept Art 2D Base: Nekro Borja

Prodotto da Gantaku

Distribuito da SideShow


DETTAGLI E DIMENSIONI AGGIUNTIVI
materiale: resina, polystone, plastica.
Altezza: 18,90 "(480,06 mm) | *Dimensioni scatolaAltezza: 16,00 "(406,4 mm) | Larghezza: 20,00" (508 mm) | Profondità: 660,4 mm (26,00 "| *Peso dimensionale16,78 kg ( 37,00 libbre ) [Intl. 23,13 kg (51,00 libbre)] *

* Dimensioni e peso sono valori approssimativi.


 

                                                      

  




sabato 9 novembre 2019

Man and Superman






Oggi voglio parlarvi di un libro a fumetti uscito a maggio, Man and Superman, di Marv Wolfman e Claudio Castellini. Visto che al solito sul mio canale YouTube mi sono già speso nella recensione del libro, qui mi limiterò a mettere alcune curiosità che ho individuato su questa bella opera.

Castellini, è solito riempire le sue tavole di elemeti nascosti, easter eggs, citazioni, questo Man and Superman non fa eccezione. Già nella prima pagina possiamo notare una foto dell'autore nascosta in un palazzo alla sinistra della tavola, poco più in basso, proprio di fianco a Clark, si nota addirttura una foto della moglie di Claudio.


Poche pagine dopo, possiamo notare una foto di Castellini con la moglie appesa nella nuova casa di Clark:



Nella vignetta sotto, possiamo notare esposto in un'edicola il primo numero di Nathan Never, la copertina e la creazione grafica del personaggio sono dello stesso Castellini:




Ci sono temi ricorrenti nel fumetto, uno tra tutti il terrorismo, una scena in particolare richiama l'infausto 11 settembre:



La storia doveva uscire originariamernte circa dieci anni fa. Castellini, ha quindi revisionato le sue tavole per questa uscita, arrichendole di dettagli, un esempio qui sotto, dove abbiamo un prima e un dopo:

 

Lo scrittore della storia, Marv Wolfman, ha definito Man and Superman come la storia più bella che abbia mai scritto.

Ho avuto modo di parlare con Claudio Castellini a inizio anno, precisamente a Cartoomics, in quell'occasione mi ha detto di non voler più lavorare a fumetti violenti o con temi esoterici per motivi religiosi. La cosa mi ha colpito molto, effettivamente la figura di Superman è stata accostata più volte a quella di Gesù, è una figura estremamente positiva.

Vi lascio alla mia video recensione di Man and Superman:


Per acquistare il volume: https://amzn.to/3dXZhd2

giovedì 10 ottobre 2019

Curiosità e video recensione di: Joker



C'è grande fomento in questi giorni per l'uscita di Joker, l'ultimo film di Todd Phillips con protagonista Joaquin Phoenix. Noto che sta dividendo molto, tra chi lo ritiene un capolavoro e chi un film senza senso di esistere. Se volete sapere cosa ne penso nello specifico vi consiglio di seguire la video recensione che trovate in calce a questo post.

Voglio solo fare qualche considerazione prima di lasciarvi alle curiosità sul film.
Penso che non sia una pellicola per tutti, che il proprio punto di vista cambia drasticamente a seconda delle proprie esperienze, della sensibilità del singolo. Ciò che ho scritto è sicuramente scontato, però molti lo dimenticano facilmente. Non è affatto un film ruffiano, commerciale, va meditato e metabolizzato.
Mi dispiace leggere in queste ore che l'Academy sta mezzo boicottando il film bollandolo come troppo violento o cupo. Tra l'altro anche tutta la psicosi intorno al film la trovo davvero esagerata; trovo assurdo pensare che un film possa influenzare così tanto le masse da dare adito a episodi di emulazione e violenza. I cari americani dovrebbero pensare alle armi che dispensano come caramelle o alla democrazia che sono soliti importare in tutto il mondo invece di prendersela con un film che non fa altro che denunciare l'alienazione della società odierna.

Scritto ciò, le mie sette curiosità su Joker:


1) Dato l'iniziale coinvolgimento di Martin Scorsese come produttore del film, si voleva coinvolgere Leonardo Di Caprio come protagonista, invece la prima scelta di Todd Phillips è sempre stata Joaquin Phoenix.

2)  Gia nel 2014 Phoenix si era detto interessato a interpretare un villan che fosse "uno studio del personaggio", quando gli hanno proposto Joker si è mostrato inizialmente contrariato perché i precedenti attori avevano già esplorato il personaggio in un modo molto simile a ciò che aveva in mente. Quando è stato poi ufficializzato il suo ingresso nel progetto, c'è voluto un po' per tirare fuori il personaggio, inizialmente - a detta di Phoenix - non funzionava proprio, temeva di apparire ridicolo. Ora del film tutti ricordano la sua straordinaria interpretazione e addirittura lui si sente così in sintonia col personaggio che vorrebbe esplorarlo ulteriormente.



3) Per interpretare Joker, Phoenix ha perso circa 25 kg, altre fonti dicono 15, in ogni caso un peso considerevole. Visto che il dimagrimento è proseguito nel corso della lavorazione, molte scene sono state rigirate più volte proprio per approfittare dello stato fisico momentaneo dell'attore.




4) Tra le fonti di ispirazione della pellicola, oltre a Re per una notte e Taxi Driver, abbiamo la ormai leggendaria graphic novel The Killing Joke di Alan Moore. Non tutti sanno che la novel è servita anche a Burton e a Nolan per sviluppare la loro visione di Joker.
Infatti nel Batman di Burton la trasformazione in Joker di Jack Nicholson è molto simile a quella che vediamo nel fumetto di Moore. Infine Arthur (Phoenix) cita più volte il tema principe della novel:
"È stata una brutta giornata", "Sono state due settimane difficili", proprio come il Joker di Moore spiega a Batman: "Basta una giornata storta per trasformare il migliore degli uomini in un folle".

5) Il film è costato 55 milioni di dollari, una vera inezia se pensiamo ai budget degli altri cinecomics.

6) I coniugi Wayne escono da una sala dove hanno appena proiettato Zorro, the Gay Balde (film del 1981). Non a caso Zorro è la prima ispirazione del personaggio di Batman.





Piccolo spoiler:


7)  A un certo punto Joker è ospite di un talk show e bacia in bocca una donna, proprio come in  Batman: The Dark Knight  di Frank Miller. Ci sono vari rimandi a questa opera nel corso della storia, basta pensare al ruolo che hanno i media nella pellicola.


Video recensione dal mio canale YouTube:


mercoledì 25 settembre 2019

Sette curiosità su: C'era una volta a... Hollywood




C'era una volta a... Hollywood, l'ultimo film di Quentin Tarantino sta dividendo pubblico e parte della critica. Ho quindi deciso di fare una video recensione senza spoiler, così da darvi il mio punto di vista sul film del momento.

Giusto per non ripetermi, ecco a voi 7 curiosità sulla pellicola e su ciò che vi ruota intorno, in calce trovate la mia video recensione:




1) Il film ha tra i protagonisti Sharon Tate interpretata da Margot Robbie, sfortunata attrice massacrata dalla "Manson Family" di Charles Manson. L'allora marito Roman Polanski, inizialmente ha sospettato dell'omicidio nientemeno che Bruce Lee. Il motivo?  I killer – avevano dimenticato un paio di occhiali da vista nella casa di Cielo Drive dove avvenne la mattanza della Tate, e una mattina, Bruce Lee casualmente accennò a Roman Polanski: “Ho perso i miei occhiali“Inoltre Lee ha allenato la Tate, come si vede anche nel film di Tarantino, per prepararla al ruolo in The Wrecking Crew da noi Missione compiuta stop. Bacioni Matt Helm, quindi in qualche modo Polanski inizialmente pensò al movente della gelosia.




2) Mike Moh, in C'era una volta a... Hollywood, interpreta nientemeno che Bruce Lee. Non tutti sanno che precedentemente ha interpretato l'iconico ruolo di Ryu di Street Fighter in 2 web serie.
Originariamente la tanto discussa sequenza di combattimento tra Cliff Booth e Bruce Lee doveva essere più lunga. Sia Brad Pitt che il coreografo Robert Alonzo, si dimostrarono insofferenti nel far vedere un tale idolo battuto seppur nella finzione cinematografica, quindi Tarantino accolse le loro richieste e accorció la scena. Il film è stato comunque bandito dalla Cina che ha chiesto espressamente a Tarantino di tagliare tutta la sequenza riguardante Bruce Lee perché lo rappresenterebbe in modo offensivo, il regista si è rifiutato di accogliere la richiesta, anzi, va dicendo che la sua rappresentazione di Lee è piuttosto veritiera, per questo si è attirato il disappunto anche di Shannon Lee e di ex allievi di Bruce, in particolare Dan Inosanto e Kareem Abdul-Jabbar.

3) Per il personaggio interpretato da Brad Pitt, Cliff Booth, Tarantino si è ispirato a Billy Jack, eroe d'azione dal passato simile interpretato da Thomas Laughlin in quattro film dal 1967 al 1977. Per le sue abilità e il lavoro da stuntman nella Hollywood di fine anni sessanta, ha preso invece ispirazione da figure realmente esistite come Gary Kent, e Gene LeBell, artista marziale assunto come controfigura per la serie televisiva Il Calabrone Verde (1966–1967) poiché era uno dei pochi a riuscire a tener testa a Bruce Lee sul set. Del rapporto tra LeBell e Lee ne parlo anche nella mia videorecensione. A oggi ci sono versioni un po' discordanti sul loro primo incontro, ma una cosa è quasi certa, LeBell ha insegnato a Lee i rudimenti delle prese Judo. 

4) Per il personaggio di Leonardo Di Caprio, Rick Dalton, Tarantino ha preso spunto dall'attore Ty Hardin per quanto riguarda la transizione di Dalton da serie televisive western statunitensi agli spaghetti western, mentre tra le altre fonti d'ispirazione ci sono stati Ralph Meeker, George Maharis, Edd Byrnes, Tab Hunter, Vince Edwards e Fabian Forte
Per Bounty Law, la serie televisiva in cui recita Dalton, si è ispirato allo stile di Ricercato vivo o morto (1958–1961) con Steve McQueen, ulteriore fonte d'ispirazione per il personaggio.
 Il rapporto d'amicizia con Cliff Booth è basato invece su quello tra Burt Reynolds e il suo stuntman Hal Needham, che hanno anche ispirato alcuni tratti dei relativi personaggi.

5) A proposito di Burt Reynolds, inizialmente doveva apparire nel film, Il ruolo pensato per lui era quello del proprietario del ranch della Manson Family. Il celebre attore è però deceduto il 6 settembre 2018, avendo il tempo di prendere parte alle prove ma non di girare le proprie scene. Il ruolo è stato infine assegnato a Bruce Dern.





6) Il film è anche l'ultima apparizione cinematografica di Luke Perry, che qui fa un piccolo ruolo accanto a un gigantesco Di Caprio, segnalo inoltre l'apparizione del figlio di Perry: Jack, per la prima volta sul grande schermo.



7)  Nicholas Hammond, attore famoso per aver interpretato per la prima volta Spiderman in una serie tv, qui appare nel ruolo del regista Sam Wanamaker (realmente esistito).




Video recensione dal mio canale YouTube:


giovedì 12 settembre 2019

Mademoiselle di Park Chan Wook


"Ma è bella? - Un'orfana. Suo padre era ricco. Presto si innamorerà di me e fuggiremo in Giappone".



Finalmente sono riuscito a vedere l'ultimo film di Park Chan Wook, uno dei miei registi preferiti in assoluto. Già autore della trilogia della vendetta di cui fa parte il mai troppo acclamato Old Boy.

Mademoiselle, in realtà è uscito nel 2016, mentre da noi il 29 agosto 2019, direi in considerevole ritardo. Pazienza l'attesa ne è valsa la pena.
Il regista non è uno che fa film a nastro, l'ultima volta lo abbiamo visto alle prese con Stoker, film del 2013 di respiro internazionale che in realtà non ha totalmente corrisposto le mie aspettative.
Questo Mademoiselle trovo che sia meno commerciale, più in linea con le precedenti opere di Park, quelle che più gli sono congeniali.

Tratto liberamente da un romanzo inglese di Sarah Wathers chiamato Ladra
Sposta l'ambientazione rispetto al libro dall'inghilterra alla Corea degli anni '30 durante l'occupazione giapponese. Parla fondamentalmente dello svolgimento di una truffa ai danni di una ricca ereditiera, Hideko, tenuta in scacco dallo zio e costretta da lui a leggere preziosi libri erotici a un gruppo di pervertiti. 
L'inganno consiste nel far innamorare la nobildonna di un truffatore, il sedicente conte Fujiwara, mediante l'aiuto di una dama di compagnia da egli introdotta, Sook-hee, una ragazza giovane e apparentemente molto sprovveduta, tutto questo per farla sposare con Fujiwara in modo da intestarsi il denaro della donna e spartirselo con Sook-hee, non prima di averla dichiarata pazza, facemdola poi interdire in un maniconio.
Il losco piano andrà però incontro a imprevisti totalmente inaspettati che sapranno tener alta l'attenzione dello spettatore.

Al solito nei film di Park non tutto è come sembra. Il film è diviso in tre parti, la prima più introduttiva, una seconda che in qualche modo riprende la prima con una prospettiva diversa, e la parte finale, l'epilogo.


Siamo davanti a un'opera visivamente eccezionale, con una fotografia stupenda, costumi fantastici, una sontuosa colonna sonora, regia a dir poco perfetta. Un film che funziona come una bomba a orologeria, dove nulla viene lasciato al caso, con un finale perfetto. 
Certo, può apparire un po' lento in alcuni frangenti, e la durata di due ore e mezza può scoraggiare molti, ma vi assicuro che è molto coinvolgente, sino alla fine riesce a tenere alta l'attenzione dello spettatore. Siamo davanti a una delle opere più intense degli ultimi anni, di grande impatto artistico. 

Questo è un film particolarmente incentrato sulla figura femminile, vagina centrico, l'uomo quasi un inutile orpello viene presentato come gretto, violento, in preda ai suoi istinti e poco scaltro. 
Un inno alla libertà e alla forza femminile che si ribella ai soprusi maschili.
Nonostante l'innata sensualità delle scene proposte non vi è mai volgarità, c'è un tocco così soave anche nelle sequenze più spinte che non mi sono mai apparse fuori luogo, le due protagoniste sono a dir poco splendide insieme.
Segnalo le ottime interpretazioni dei protagonisti, in particolare la conturbante Kim Min-hee nei panni di Hideko. Il film nonostante le tinte thriller sa regalare anche momenti ironici, dove si prende in giro quasi facendo l'occhiolino allo spettatore. 


In conclusione: Mademoiselle è assolutamente da vedere e rivedere. Un Park Chan Wook in grandissimo spolvero.
Spero che il distributore gli renda merito con una bella edizione in blu-ray, intanto:
ANDATE AL CINEMA A VEDERLO!

Video recensione dal mio canale YouTube:






martedì 3 settembre 2019

Viaggio nell'arte Toscana

Questa estate mi sono dedicato in particolar modo alla cultura, visto che ho avuto l'occasione di andare a Firenze, mi sono fatto quasi un mese di immersione in tutto ciò che ha da offrire: arte, bellezza, e buona cucina in primis.

Ho quindi confezionato un video, "vlog", della mia esperienza.
Certo, non ho potuto o voluto mettere tutto. Tipo sono stato agli Uffizi, ma più che foto non ho fatto, mi sono infatti goduto la prima parte della vacanza senza avere il pensiero di dover per forza fare dei video. Nonostante questo alla fine ho raccolto circa un'ora e mezza di materiale, è stato molto difficile e laborioso condensare tutto in questi venti minuti che potete trovare in calce a questo mio post.

Voglio citare alcuni posti che proprio non sono riuscito a inserire nel video, anche per una questione di tempo, fra tutti: Vallombrosa, una meravigliosa oasi di pace e verde, a circa cinquanta km da Firenze, un luogo così rilassato, così bello che ci avrei passato la vacanza, senza contare che non  fa caldo visto che è piuttosto in alto. Il parco dedicato a Pinocchio a Collodi, un bel posto, certo le attrazioni non sono il suo punto forte, ma l'area ha molto fascino e offre belle possibilità, soprattutto per i più piccoli. Nota di demerito per il locale attiguo, il Gambero Rosso, davvero attese bibliche, ok che ci sono stato a Ferragosto, ma non ho mai visto una cosa simile.

Sono stato anche ad Hard Rock Café di Firenze, mi piacerebbe tanto un locale simile a Milano. Davvero bello, un po' caro ma le porzioni sono più che abbondanti.

In conclusione la Toscana si è presa un pezzettino del mio cuore, complice la sua arte, i suoi paesaggi, il buon cibo, la sua innegabile bellezza.
Ci tengo in particolar modo a ringraziare Chiara e la sua famiglia per avermi fatto sentire davvero a casa.

Buona visione!
 







 







venerdì 30 agosto 2019

Il Re Leone






Dopo le vacanze estive, torno sul blog con la recensione del film del momento: Il Re Leone.

Premetto che adoro il cartone originale, quindi ho atteso con ansia questo riadattamento in chiave realistica della "fiaba" Disney.
Sotto la regia di Jon Favreau, già autore della versione live action de Il Libro della Giungla, ci ha mostrato ottime doti registiche anche in opere come Iron-Man, e interpretative nelle varie saghe Marvel in cui partecipa regolarmente (vedi l'ultimo Spider-man Far From Home), è quindi ormai un autore garanzia per la casa di Topolino.

Il remake del Re Leone sta sbancando in ogni dove, dimostrando che la formula dei live action ha tutt'altro che stancato il pubblico di tutto il mondo, ma tanto successo è anche indice di qualità?

Per quanto mi riguarda questo Re Leone in versione "National Geographic", aggiunge veramente poco all'opera originaria, ha tanta perfezione realizzativa da proporre, ma rispetto all'orginale ha decisamente perso in espressività.
Personaggi disegnati in chiave ironica, antropomorfi, hanno per forza di cose una comunicativa nettamente maggiore rispetto a degli animali realizzati in computer grafica iper realistica.
Per il resto siamo davanti a un'opera davvero ben realizzata, con ritmo, e sfumature dark che l'orginale ha solo in parte, certo qui però abbiamo perso molte sfumature comiche.

Ho apprezzato sia le musiche sinfoniche di Hans Zimmer che quelle cantate, nella nostra versione da Marco Mengoni, Elisa Toffoli, Cheryl Porter e Massimo Popolizio.




Mi è piaciuto meno il doppiaggio italiano: Marco Mengoni nella parte di Simba adulto è piuttosto fuori parte, ma più che altro si sente che doppiare non è il suo pane, un po' meglio Elisa Toffoli, anche se poco espressiva, con mio grande rammarico mi ha un po' deluso anche Luca Ward nei panni di Mufasa, mi è sembrato poco incisivo nelle parti più decisive, monocorde, stanco, in ogni caso poco convincente. Ottimo invece Popolizio nei panni di Scar, davvero cattivo e riuscito, fantastici Edoardo Leo (Timon) e Stefano Fresi (Pumbaa).
In particolare ho adorato i personaggi di Timon e Pumbaa, molto divertenti e ben costruiti.
C'è una scena in particolare dove citano La Bella e la Bestia che ho trovato davvero gustosa.

Peccato per la mancanza di pathos in alcuni momenti, vedi la morte di Mufasa, forse complice la poco espressività data da personaggi resi in modo così realistico. Il tutto rimane per forza di cose più freddo a mio avviso, a partire dai colori.

In definitiva Il Re Leone rimane un ottimo prodotto, un film che si fa vedere volentieri e che scorre velocemente nonostante i suoi 118 minuti di durata, forse graficamente ha perso un po' in forza espressiva, ma ciò è lo scotto da pagare per questo genere di trasposizioni.




venerdì 14 giugno 2019

Matsumoto - Manga of Zero Dimension




Oggi sono felice di parlavi di un libro a cui tengo particolarmente: Matsumoto - Manga Of Zero Dimension. Uscito già nel novembre del 2018, a opera della neonata casa editrice Nippon Shock che si sta specializzando nel portare autori del sol levante nel nostro paese, qui in collaborazione con L'Associazione Culturale Leiji Matsumoto.
Il libro è uscito nel corso del 2017 in Giappone, e la versione italiana è la prima a essere editata fuori dal suo paese di origine.
Il volume è il più possibile fedele alla versione originale, tanto che è stato realizzato seguendo le direttive del Sensei Matsumoto e dell'editore giapponese, i quali hanno imposto che l'edizione italiana rispettasse in tutte le sue parti l'edizione giapponese.

Come spiego ampiamente nella videorecensione tratta dal mio canale YouTube, ciò è sia un bene che un male, in quanto la leggibilità dell'opera a volte è inficiata da questo adattamento.
Certo, a quanto ho capito o così o niente, quindi c'è poco da farci a riguardo, mi domando solo se non ci fosse proprio un'alternativa per rendere l'esperienza di lettura meno travagliata.

Il libro ci dà la possibilità di guardare da vicino un genio al lavoro offrendoci un punto di vista privilegiato. Di pregio le illustrazioni a corredo del volume, proposti con una qualità di stampa e una carta di tutto rispetto, nonché la parte finale, dove viene ristampata la guida realizzata dal maestro per una rivista per ragazze: Funny della Mushi Production. Questa si focalizza sulla "tecnologia" con la quale si crea un manga.
Percorriamo quindi la vita che ha condotto Leiji Matsumoto nel diventare mangaka, i suoi precoci inizi, la fase shojo, sino ad arrivare alle sue opere più note.

Questo è un volume imprescindibile per tutti gli amanti del Maestro Matsumoto, ma anche per chi volesse avvicinarsi all'arte di un artista che ha lasciato un segno indelebile nel mondo dei manga e dell'animazione giapponese, inventando personaggi entrati di diritto nell'immaginario collettivo, partendo da: Capitan HarlockDanguardGalaxy Express 999Corazzata Yamato e tanti altri.

Vi lascio alla gallery e alla videorecensione tratta dal mio canale YouTube:







Titolo
Leiji Matsumoto: Matsumoto – Manga of Zero Dimension
Editore
Nippon Shock Edizioni
Testi
Leiji Matsumoto
Disegni
Leiji Matsumoto
Colori
Leiji Matsumoto
Copertina
Leiji Matsumoto
Formato
18,5 x 20,5 cm, B., 146 pp., b/n + col.
Prezzo
25,00 Euro
Data di uscita
1° novembre 2018
Traduzione
Edoardo Serino, Luigi Boccasile



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venerdì 31 maggio 2019

50 anni di Alan Ford





Sono letteralmente cresciuto leggendo fumetti, in particolare ho imparato a leggere a 6 anni con le uscite dell'Editoriale Corno. Sono molto grato a Luciano Secchi alias Max Bunker, per aver contribuito a portare in Italia L'Uomo Ragno e tutti gli eroi Marvel che oggi tanto spopolano al cinema.
Vent'anni fa ho lavorato con l'editore Andrea Corno, nella sua Garden Editoriale, la casa editrice che ha fondato dopo il fallimento dell'Editoriale Corno, così l'uomo che ha contribuito alla mia formazione culturale mi ha dato anche la mia prima esperienza lavorativa. 
Capirete quindi cosa possa dire per me incontrare Max Bunker. 
Peccato il nostro sia molto reticente agli eventi pubblici, tutto questo sino a domenica, quando presso lo spazio WOW di Milano, ho potuto finalmente chiudere il cerchio e incontrare il papà del Gruppo TNT proprio in occasione della presentazione della Mostra per i 50 anni di Alan Ford.

La presentazione ha visto sul palco: Moreno Burattini, che ha scritto anche un libro su Bunker che vi consiglio: "Una vita da Numero Uno". Filippo Mazzarella, il direttore artistico di Cartoomics, Dario Perruca, storico disegnatore di Alan Ford, Luigi Bona, direttore presso lo Spazio Wow Fumetto, oltre ovviamente al mitico Max Bunker.

Purtroppo sono arrivato a evento già iniziato, come spiego anche nel video che potete trovare in calce a questo post. Bellissimo l'aneddoto su Elvis Presley del nostro Max, insospettabile fan della prima ora del King. A mio parere la presentazione è stata interessante, ma avrei lasciato più spazio di parola a Bunker, a volte un po' sopraffatto dalla loquacità dei suoi interlocutori.

Mi è piaciuto come si sia ricordata Eureka, una rivista davvero stupenda, una delle migliori mai uscite in Italia a tema fumetto. Si è giustamente sottolineato quanto il lavoro di Luciano Secchi non sia circoscritto a quello di scrittore, dove è sempre stato un passo avanti ai colleghi anticipando temi in  anni insospettabili, ma un grandissimo editor, portando in Italia opere e autori inestimabili.

La mostra è molto interessante, ho apprezzato l'angolo Editoriale Corno, ma pure l'approfondimento sui vari personaggi che costellano l'universo Alanfordiano, meravigliose le tavole originali presenti, di pregio quelle del mai troppo lodato e rimpianto Magnus, che giustamente ha un angolo tutto suo.

Parlando del mio incontro con Max Bunker, devo dire che ha corrisposto perfettamente alle mie aspettative. Gli ho portato due cose da firmare: la sua biografia scritta da Burattini, e il numero 1 dell'Uomo Ragno Gigante, datato 1976 ma ancora con i suoi adesivi all'interno.
Quando ha visto l'albo più vecchio, L'Uomo Ragno Gigante, ho colto emozione nel suo sguardo, e mi fa che quello è stato un albo a cui è molto legato e che ha avuto un grande successo.
Ho saputo poi da Thea Valenti, storica grafica della Corno presente nell'evento, che l'idea di fare una rivista Gigante con la ristampa di Spiderman è stata di Max, e che Corno non ne era convinto, temeva che potesse far concorrenza con la testata maggiore. Bunker mandò alle stampe un numero zero, pare ora molto quotato, e lo portò a Corno che si convinse, il resto è storia.

Ho avuto modo di vedere all'opera Dario Perruca, l'odierno disegnatore di Alan Ford, devo dire veramente bravo, ma la cosa che mi ha colpito di più di lui è stata la sua estrema disponibilità, anche troppa, infatti qualcuno si è approfittato della sua gentilezza a discapito di altri. Alcuni gli hanno fatto richieste pretenziose, ma lui ha continuato e continuato a disegnare sino a che il prode Bunker non gli ha dato lo stop. 
Quando ho fatto i complimenti a Perruca per il suo lavoro, mi fa che è semplicemente allenamento, come se fosse una cosa da niente. Davvero una persona umile e gentile, cosa non scontata in questo ambiente.


Vi lascio a un po' di foto dell'evento, e all'immancabile video dal mio canale YuoTube, dove ho filmato le parti salienti della presentazione e una piccola parte della mostra.






Bunker  mentre mi parla del suo attaccamento a L'Uomo Ragno Gigante








giovedì 2 maggio 2019

Monster Boy and the Cursed Kingdom




Nato inizialmente come progetto kick starter, Monster Boy and the Cursed Kingdom, riprende in mano la saga di Wonder Boy dopo un ventennio di silenzio (remake e collection a parte), proponendosi come seguito spirituale di una saga che ha lasciato il segno in tutti i videogiocatori nati a pane e arcade anni 80.

Supervisionato dal creatore della serie classica, Ryuichi Nishizawa, prodotto da Game Atelier e pubblicato da FDG Entertainment, vanta tra gli autori delle musiche una certa Michiru Yamane, artista che tengo nel cuore per averci donato l'ost di tanti Castlevania.

Il gioco ha una trama piuttosto semplice e pretestuosa: lo zio del protagonista, Nobu, preso dai fiumi dell'alcool e quindi fuori di senno ha trasformato con la sua magia gli abitanti del regno in animali antropomorfi, per risolvere questa maledizione bisogna raccogliere delle sfere che donano inoltre il potere di trasformarsi in altri animali con i poteri più svariati.

Il gameplay è un platform molto ispirato, con piccole spruzzate di rpg, un classico "Metroidvania".
A parte le prime fase, poi diventa piuttosto impegnativo e divertente, pieno di segreti, enigmi e situazioni buffe, con dialoghi che ho trovato molto ispirati.
Certo la cosa che colpisce di più è decisamente il design, un fantastico mondo 2D in alta risoluzione che è una gioia per gli occhi. Scorci molto evocativi, parallasse a iosa, ottima tridimensionalità dello scenario, animazioni quasi sempre al top, e un atmosfera generale che ho trovato decisamente riuscita, rendono perfettamente il look anime style.
Le trasformazioni poi, non sono altro che un modo per farci tornare spesso sui nostri passi per scandagliare il mondo alla ricerca di anfratti prima invalicabili, rendono il gioco piuttosto vario.

Dal fronte del gameplay nudo e crudo, ho trovato i comandi in alcune situazioni un po' macchinosi, niente di grave per carità, ma a volte mi sono incartato tra il cercare la trasformazione adatta alla situazione c lanciare il l'oggetto giusto, soprattutto nelle situazioni più concitate come nelle boss fight.
Le musiche le ho trovate un po' altalenanti, si sente che sono state eseguite da molti autori, a volte mi sono parse poco coese tra loro, alcune decisamente ripetitive.

La longevità è molto buona per il genere di appartenenza, si parla di un 15 ore per finirlo tutto, a seconda del grado di completezza e del tempo che vorrete dedicare al gioco.

Ho provato la versione per Nintendo Switch, ma il gioco è reperibile sia su PS4 che su Xbox, a breve sarà giocabile anche in ambiente PC.
Consiglio caldamente l'acquisto di questo Monster Boy a tutti gli amanti della saga di Wonder Boy, ma perché no, anche a chi ama il genere di appartenenza.
Plauso agli autori per questa ottima perla 2D! Supportiamo il genere, purtroppo ce ne sono veramente poche di perle a questi livelli, gli sviluppatori sono presi dal 3D, dal voler per forza accontentare il gusto della massa, questo titolo dimostra che si possono fare splendide cose anche in un ambiente bidimensionale.

Vi lascio con il mio unboxing della versione retail, e con un gameplay al volo che ho registrato per il mio canale YouTube: