Il curioso caso di Benjamin Button è conosciuto soprattutto per aver ricevuto 13 candidature agli Oscar, non a caso anche all'entrata del cinema ho sentito spesso questa tiritera tra la gente, ma al di là di questo è veramente un bel film?
La storia parla di un bambino nato vecchio, abbandonato in un ospizio dal padre, per assurdo il posto più adatto per questo figlio tanto diverso. Il piccolo verrà ribattezzato Benjamin dalla madre adottiva, una donna di colore con difficoltà nel concepimento, per cui questo bambino si troverà a crescere tra anziani, come lui, anche se il suo essere è giovane, il suo affacciarsi alla vita è solo esteriormente vissuto, con una donna eccezionale che sa amare oltre l'aspetto, oltre la diversità, forse proprio perché di colore in una società prettamente bianca. Il nostro Benjamin oltre a essere diverso fisicamente perché nato vecchio, si accorgerà di avere un orologio biologico inverso rispetto a quello dell'umanità, per cui il passare del tempo al posto di invecchiarlo lo ringiovanisce.
La storia è raccontata per flashback da una donna alla fine della sua vita, la donna che più ha amato Benjamin oltre alla madre, Daisy Fuller, interpretata da una convincente Cate Blanchett.
Lo scorrere del tempo è il fulcro della pellicola, la morte, l'amore, la difficoltà di vivere i rapporti in una situazione così anormale.
Tratto da un racconto di Francis Scott Fitzgerald del 1922, il curioso caso di Benjamin Button è diretto da un buonissimo David Fincher. Una storia decisamente non facile da raccontare che ha nel suo difetto maggiore la prolissità, soprattutto nella seconda parte, 3 ore di pellicola son tante da digerire, ma nonostante questo devo dire che il film mi ha coinvolto, mi è decisamente piaciuto ed è riuscito a commuovermi a più riprese (non che ci voglia molto con me).
Brad Pitt, che interpreta il ruolo principale, l'ho trovato decisamente monocorde, piatto nell'interpretazione. Non so se sia una cosa voluta visto che il protagonista appare spesso passivo al volgere degli eventi, ma devo dire che la mono espressività di Pitt mi ha deluso un po'.
Gli effetti speciali sono stupefacenti, nell'invecchiare e nel ringiovanire gli attori veramente riusciti.
Ottima fotografia, un po' meno a mio avviso i costumi, soprattutto nella seconda parte del film, non mi sembravano ben inseriti nel contesto storico di appartenenza.
Comunque sia, particolari a parte, trovo che questa pellicola meriti di essere vista, non è il capolavoro che ci si potrebbe aspettare, e molte delle statuette attribuite le trovo un attimo esagerate, ma forse in un momento di piattezza del cinema Americano è anche normale che un film così venga molto incensato.
In conclusione ve lo consiglio caldamente a meno che siate allergici ai film molto lunghi con poca "azione" e molto sentimento.
La storia parla di un bambino nato vecchio, abbandonato in un ospizio dal padre, per assurdo il posto più adatto per questo figlio tanto diverso. Il piccolo verrà ribattezzato Benjamin dalla madre adottiva, una donna di colore con difficoltà nel concepimento, per cui questo bambino si troverà a crescere tra anziani, come lui, anche se il suo essere è giovane, il suo affacciarsi alla vita è solo esteriormente vissuto, con una donna eccezionale che sa amare oltre l'aspetto, oltre la diversità, forse proprio perché di colore in una società prettamente bianca. Il nostro Benjamin oltre a essere diverso fisicamente perché nato vecchio, si accorgerà di avere un orologio biologico inverso rispetto a quello dell'umanità, per cui il passare del tempo al posto di invecchiarlo lo ringiovanisce.
La storia è raccontata per flashback da una donna alla fine della sua vita, la donna che più ha amato Benjamin oltre alla madre, Daisy Fuller, interpretata da una convincente Cate Blanchett.
Lo scorrere del tempo è il fulcro della pellicola, la morte, l'amore, la difficoltà di vivere i rapporti in una situazione così anormale.
Tratto da un racconto di Francis Scott Fitzgerald del 1922, il curioso caso di Benjamin Button è diretto da un buonissimo David Fincher. Una storia decisamente non facile da raccontare che ha nel suo difetto maggiore la prolissità, soprattutto nella seconda parte, 3 ore di pellicola son tante da digerire, ma nonostante questo devo dire che il film mi ha coinvolto, mi è decisamente piaciuto ed è riuscito a commuovermi a più riprese (non che ci voglia molto con me).
Brad Pitt, che interpreta il ruolo principale, l'ho trovato decisamente monocorde, piatto nell'interpretazione. Non so se sia una cosa voluta visto che il protagonista appare spesso passivo al volgere degli eventi, ma devo dire che la mono espressività di Pitt mi ha deluso un po'.
Gli effetti speciali sono stupefacenti, nell'invecchiare e nel ringiovanire gli attori veramente riusciti.
Ottima fotografia, un po' meno a mio avviso i costumi, soprattutto nella seconda parte del film, non mi sembravano ben inseriti nel contesto storico di appartenenza.
Comunque sia, particolari a parte, trovo che questa pellicola meriti di essere vista, non è il capolavoro che ci si potrebbe aspettare, e molte delle statuette attribuite le trovo un attimo esagerate, ma forse in un momento di piattezza del cinema Americano è anche normale che un film così venga molto incensato.
In conclusione ve lo consiglio caldamente a meno che siate allergici ai film molto lunghi con poca "azione" e molto sentimento.