giovedì 31 gennaio 2019

Voglio mangiare il tuo pancreas



Ricambiare l'affetto di qualcuno: non sarà questo il vero significato di vivere?




Voglio mangiare il tuo pancreas è un film in animazione tratto da un racconto di Yuru Sumino che ha avuto un grande successo, tanto da portare a un live action prima e ha una trasposizione animata dopo, appunto quella di cui vi voglio parlare.

Il regista è Shin'ichirô Ushijima (un nome uno scioglilingua), esordiente in questo ruolo, in precedenza è stato aiuto regista di serie come One Punch Man e ALL-OUT!!
 La storia parla di due liceali, Sakura Yamauchi e Haruki Shiga, in classe insieme ma a mala pena conoscienti, di entrambi conoscono solo i rispettivi cognomi. Due caratteri totalmente opposti, lo Yin e lo Yang. La ragazza: positiva, allegra, ed estroversa, la più amata della classe; 
lui: preso soltanto dalle sue letture, totalmente disinteressato dal mondo circostante, proprio per questo bullizzato dal resto dei compagni che lo identificano nello "strano", in quello da evitare.

Ma un giorno, le loro scelte li porteranno a essere molto uniti, tanto da condividere il segreto di Sakura, infatti lei sta morendo per una malattia al Pancreas, le restano pochi mesi di vita e li vuole vivere appieno, quale miglior modo di condividerli con una delle poche persone che non la tratta con commiserazione nonostante la malattia?
Il film è tutto giocato sulla contrapposizione tra i due protagonisti, fa molto riflettere sulla natura umana e sulla società giapponese, così rigida ancora oggi giorno. 
Fa impressione pensare che i due ragazzi non si chiamino mai per nome, che solo riverlarlo indichi un grandissimo grado di confidenza. Ho una cara amica giapponese, spesso mi ha parlato delle difficoltà che ci sono a relazionarsi con le persone, di come si è sempre trovata meglio in Italia, paese che spesso bistrattiamo, ma che dovremmo imparare ad amare di più, scusate la parentesi. 
Certo, non che qui non manchino le difficoltà relazionali, anzi. Sia comunque inteso, che nonostante alcune cose di matrice puramente culturale, il film è totalmente godibile anche per noi, è un buonissimo spunto di riflessione.

Mi sono rivisto molto nel ragazzo, soprattutto per com'ero da adolescente. Ma d'altro canto chi non ci è passato? I due ragazzi sono agli antipodi, ma scoprono poi di avere molte cose in comune, e di avere soprattutto molto da insegnare l'uno all'altro. 
Mentre Sakura, passa il tempo cercando l'apprezzamento altrui, cercando sempre di fare la cosa migliore, Haruki no, a lui non interessa apparentemente di nessuno, non cerca approvazione, è semplicemente quello che è, scoprendo poi, che lasciarsi andare aprendosi al mondo non è poi male, anzi è vitale. Tutti abbiamo bisogno del prossimo, anche se a volte ce lo neghiamo, per un motivo o per un altro.

La pellicola in sé, è un buon lavoro, molto emozionale, un po' furbina, giocando su un tema che per forza non può lasciar indifferenti, cerca spesso la lacrima facile e ci riesce pienamente.
Tecnicamente trovo sia buono, ma non mi ha colpito particolarmente, i personaggi sono delineati in un modo assai semplice, come pare andare di moda ultimamente nel mondo anime, intendiamoci, il tutto rimane un bel vedere, si riesce a provare empatia per i protagonisti, però siamo nello standard, niente di particolarmente originale dal punto di vista tecnico artistico. I fondali invece li ho trovati davvero belli ed evocativi. Le musiche mi sono piaciute, 
anche se avrei gradito i sottotitoli nella nostra lingua per apprezzarne meglio le varie sfumature.




Il film è rimasto al cinema solo 3 giorni, precisamente il 21 il 22 e il 23 gennaio. Sono andato alla proiezione dell'ultimo giorno e ho potuto notare una buona affluenza, la cosa mi ha fatto piacere, anche se ho sempre la sensazione che gli anime, siano ancora troppo un prodotto di nicchia nel nostro paese.
Spendo due righe per la direzione del doppiaggio, devo dire un buon lavoro da parte di Fabrizio Mazzotta; sia per le voci scelte sia per i dialoghi che scorrono senza problemi. Ho apprezzato l'aver lasciato qualche inglesismo tipico della lingua giapponese, a differenza di altri suoi colleghi ha saputo coniugare il rispetto per la fonte originaria con la nostra amata lingua, senza compiere inutili storpiature in nome di una fedeltà che, per forze di cose, non può esserci al 100%, in quanto la lingua giapponese è un mondo a parte rispetto alla nostra.

Una cosa di cui non ho parlato è il titolo di questo film animato che è sicuramente particolare, a questo proposito cito lo stesso Mazzotta, che sul suo profilo Facebook lo spiega così:
"In effetti il titolo potrebbe sembrare poco accattivante. Ma secondo alcune leggende storiche se un Uomo mangia le interiora di un suo simile ne acquisisce anche l'anima. E questo film parla di affetti, amicizia, sofferenze, comportamenti asociali, inno alla vita e conflitti interiori. Roba di tutti i giorni, insomma. ( E niente è come potrebbe sembrare! )"

In conclusione Voglio mangiare il tuo pancreas, è un film che cerca di esplorare il senso della vita, il tema della crescita dei giovani e del conseguimento della propria identità individuale. 
La visione scorre piuttosto velocemente, e sa coinvolgere molto lo spettatore, a questo proposito preparate i fazzoletti, lacrime napulitane a go go vi aspettano, soprattutto nel finale.

Aspettando una degna versione home video, vi linko il trailer: