Vi propongo la mia video recensione del libro su Lady Oscar “Anatomia dell’anime”, edito da Yamato video. Di seguito la descrizione del mook dai profili social dell’editore milanese.
“Sono passati 40 anni dall’uscita in Italia di “Lady Oscar”, un cartone animato che continua a affascinare il pubblico oltre i confini nazionali e generazionali. Celebriamo questo cult dell’animazione giapponese con Le rose di Versailles. Anatomia dell’anime, un mook che unisce il formato di rivista a contenuti da libro. Questo formato popolare in Giappone offre monografie dettagliate su vari argomenti, rivolte agli appassionati desiderosi di conoscenze specifiche. Il libro analizza in profondità l’anime Le rose di Versailles. Si focalizza sulla struttura, l’ordine di presentazione e l’originalità del testo e delle immagini. Contiene inoltre illustrazioni di Michi Himeno e approfondimenti sulla produzione dell’animazione e sul successo del manga originale. Le interviste ai doppiatori e l’analisi dei personaggi aggiungono prospettive uniche alla storia. L’interazione tra testo e immagini amplifica l’esperienza, rendendo il lettore parte integrante della storia”.
In questi giorni ho avuto l’onore di incontrare il sensei Junichi Hayama, uno dei disegnatori formati sotto l’ala di Masami Suda, in particolare la loro collaborazione nasce in Hokuto No Ken, anime leggendario che ha segnato la mia adolescenza.
Del sensei Hayama ho già uno splendido shikishi, ma incontrarlo, cenare e pranzare con lui è stata un’esperienza surreale. Peccato il gap della lingua. Di lui ricorderò sempre la bravura nel disegno e quando mi ha chiamato “Hiroshi Shiba” per via della collanina che indossavo. Cosa curiosa: mi ha detto che il suo anime storico preferito è Combattler V. Sull’arte italiana si domandava perché ci sono così tanti nudi maschili nelle sculture e poche femminili; domanda pertinente ma che fa pensare visto che è conosciuto più che altro per aver ritratto molti eroi maschili.
Purtroppo non tutto é andato come avrei sognato; complici imprevisti e inutili cattiverie. Nel video vi racconto la mia esperienza, indi non voglio dilungarmi sul blog.
Voglio solo scrivere che l’arte è di tutti, e che certi autori meritano maggior rispetto, sia da parte degli addetti ai lavori sia dei fans che a volte dimenticano che oltre ad avere un grande artista davanti hanno un uomo. Aggiungo che quando si organizzano eventi è bene essere rispettosi dei visitatori, non possiamo essere visti solo in funzione dei soldi che facciamo guadagnare, gli ospiti vanno rispettati a prescindere.
Ho avuto inoltre occasione di intervistare Simone Buonfantino, fumettista con all’attivo collaborazioni prestigiose con Marvel, DC e Disney.
Era da tanto tempo che volevo dedicare un video a Jeeg robot d’acciaio con un po’ di curiosità su questa serie cult, finalmente mi sono deciso a farlo. Spero possa piacervi:
Barbie verrà probabilmente ricordato come il fenomeno dell’estate 2023, eppure raramente ho visto un’opera tanto divisiva. Sui social, già prima che uscisse il film, leggo tantissime persone che si dicono fiere di non vedere certa spazzatura, che è puro trash, una roba per sottosviluppati.
Per non parlare di quelli che dicono di amare il cinema ma che non andranno a vedere Barbie a prescindere perché è solo una mera operazione commerciale. Ho una notizia per voi, le major non sono onlus, quasi tutti i film sono fatti per staccare biglietti e viviamo in un momento storico di grossa crisi del settore, il fatto che tanta gente stia andando al cinema per vedere questo film ci dovrebbe solo che fare piacere, o preferiamo masturbarci davanti alle nostre pellicole preferite in sale buie e solitarie destinate a sparire nel tempo?
Barbie, è un film molto intelligente e ben fatto. La regista Greta Gerwing ha confezionato una tempesta perfetta sia negli intenti che nel risultato. Un film che diverte, che gioca sugli stereotipi, che ribalta continuamente ruoli e situazioni. Apparentemente pensato per un pubblico giovane in realtà si adatta all’intelligenza dello spettatore. Ecco, e qui mi duole dirlo, la regista ha sovrastimato l’intelligenza del pubblico medio. Chi non sa cogliere le provocazioni di cui è intrisa la storia e vede solo i Ken come zerbini dimostra di non averci capito molto. La messa in scena è volutamente esagerata in tutto.
La trama parte da Barbie stereotipo, Margot Robbie (qui anche produttrice del film), perfetta creatura di Barbieland, un luogo dove le donne ricoprono i ruoli più importanti della società mentre gli uomini, i Ken, se ne stanno in spiaggia aspettando un cenno dalle loro Barbie sempre prese tra feste e autocelebrazioni. La svolta si ha quando Barbie stereotipo si accorge che qualcosa inizia a non andare nella sua routine perfetta, decide così di andare nel mondo reale accompagnata da Ken, un grande Ryan Gosling, per cercare di ristabilire le file della sua vita.
Una sorta di fiaba plasticosa, un po’ Pinocchio, un po’ musical, un po’ femminismo, umorismo ed emancipazione. Barbie, intendiamoci, non è un film perfetto, non ha nemmeno la pretesa di esserlo.
Gioca e lo fa bene, sfotte il machismo, sfotte noi uomini e tutte le nostre idiozie, le disuguaglianze, ci sto, infondo non risparmia manco le donne e il loro bisogno di protezione e perfezione. Ho adorato le citazioni a Kubrick, l’atmosfera colorata e pop, l’umorismo continuo, i momenti di riflessione. Ma più di tutto mi ha colpito la parte finale, quel balletto struggente sulle note di “I’m Just Ken” con un Ryan Gosling in stato di grazia. Mannaggia quella canzone mi è entrata in testa e pare non volerne uscire più
Non sono totalmente convinto del finale, forse troppo Collidiano, d’altro canto la pellicola cerca anche di spiazzare un po’ lo spettatore e lo capisco. Ognuno di noi è semplicemente in cerca della sua dimensione in questo viaggio che chiamiamo vita, giusto? Così l’ho inteso io.
Ma perché questo film sta facendo arricciare così tante labbra ancora non mi è totalmente chiaro. È rosa? Parla di una bambola? Mette gli uomini in secondo piano. La Mattel ci vuole rubare la vita? Oddio, che scandalo, bravi, bravi maschi alpha, dimostrate che voi siete diversi, che vi lavate con la benzina e che non siete pecore che corrono al cinema solo perché un film sta piacendo a tanti, se piace a tanti sarà sicuramente una boiata perché a voi non la si fa mica eh. Naaaaaaaa, voi siete delle volpi. Mi raccomando, continuiamo a giudicare roba senza averla manco vista che andiamo avanti bene. Continuiamo a guardare senza capire o contestualizzare.
Ah, aggiungo una roba che non mi è piaciuta, il doppiaggio italiano è ottimo e apprezzo la decisione di non doppiare le canzoni, ma Pino Insegno, oddio solo a me ha stancato?
Per il resto finisco dicendo solo una cosa: W Barbie, lunga vita al cinema!
Sul nuovo numero di Nippon Shock Magazine, il n.9, c’è un super dossier dedicato a Jeeg Robot D’acciaio. 40 pagine dense di informazioni con la copertina del sensei Roberto Ferrari, artista celebre per i suoi lavori in Tatsunoko e Square. Inoltre si parla di Orange Road, Babil Junior e tanto altro.
Per saperne di più vi lascio al consueto video tratto dal mio canale YouTube:
Ci ha lasciato serenamente John Romita SR. celebre artista diventato famoso grazie al suo Spider-Man. John ha raccolto il pesante fardello dell’eredità di Steve Ditko ed è riuscito a non farlo rimpiangere. Il suo meraviglioso stile, la sua eleganza, le sue bellissime donne sono diventate un classico, tanto da far diventare Spidey una delle figure più iconiche di sempre. Non a caso ancora oggi tutti si ispirano al suo Spider-man stilisticamente. Romita negli anni è diventato un simbolo della Marvel, dando sempre un apporto fondamentale all’arte dei comics. Non si contano le storie, i personaggi a cui ha lavorato, le copertine.
Personalmente le sue donne hanno segnato il mio immaginario tanto da diventare un impossibile metro di paragone, una delle mie prime cotte è stata Gwen Stacy e non ho mai totalmente digerito la sua dipartita fumettistica. John ha saputo infondere bellezza, dinamismo, potenza alle sue tavole. Un maestro che ha segnato indelebilmente la storia dei comics. Mi ha instillato l’amore per il fumetto tanto da portarmi a studiarlo per decenni. Con John se ne va l’ultimo pezzo della Marvel storica, un pezzo del mio cuore e della mia infanzia.
Grazie di tutto John, la tua arte rimarrà per sempre. Sei nell’Olimpo dei grandi.
Sabato 27 maggio 2023, si è svolto un bellissimo evento presso Yamato Shop a Milano per festeggiare i 30 anni di attività e i 40 anni di Lady Oscar. Ospite d’eccezione: Cinzia De Carolis, voce italiana di Oscar e di tanti altri personaggi. Finalmente ho coronato il sogno di incontrare questa grandissima doppiatrice e tutto è andato oltre qualsiasi mia più rosea aspettativa. Cinzia è una persona splendida. Ama incontrare i fans e ricevere affetto, si dona in modo spontaneo e genuino senza atteggiamenti divistici di sorta.
Durante la nostra conversazione la De Carolis mi ha parlato in modo entusiastico di Romano Malaspina, suo “padre” in Lady Oscar.
Le dediche della De Carolis. La prima accanto a quella della sensei Ikeda.
Ho avuto modo di parlare anche con il figlio della De Carolis, Lorenzo Crisci, anch’esso attore, mi ha colpito che non ha ancora mai visto l’anime di Lady Oscar. Mi ha parlato della fortuna di avere una madre come la sua, dei valori che gli ha trasmesso e della motivazione che lo ha spinto a scegliere la stessa professione della madre; d’altro canto Lorenzo andava in sala di registrazione accanto alla mamma già da bimbo, questo gli ha messo il seme che poi ha germogliato nell’amore per il lavoro del doppiatore.
All’evento presente anche un’altra doppiatrice, Beatrice Caggiula, mi ha parlato di come il lavoro del doppiatore sia spesso sottovalutato, di varie persone che si sono espresse malevolmente verso la sua professione. Mi è dispiaciuto constatare che ci sia in giro così tanta ignoranza in materia. Un doppiatore è a tutti gli effetti un attore e compie qualcosa di molto difficile, non si limita certo a muovere la bocca davanti a un microfono, è assurdo solo pensarlo.
Ho avuto modo di chiedere a Francesco Di Sanzo, ragguagli sull’uscita di Lady Oscar in Blu-ray: la cosa è ancora lontana ma, a quanto ho capito, vale sicuramente la pena attendere.
Ho confezionato un video dell’evento, purtroppo non ho avuto modo di usare molto materiale della conferenza ma spero possa essere comunque di vostro gradimento.
Torna la rubrica del consiglia manga e lo fa alla grande con una delle opere più attese e sospirate nel nostro paese: Initial D. Finalmente J-Pop ci ha portato in Italia l’opera di Shuichi Shigeno nella sua versione più completa. Questa versione è curata da Dario Moccia, cosa che ha creato un po’ di polemiche aggiuntive. Vuoi qualche traduzione letterale, vuoi le persone che non sono mai contente, questo Initial D esce da noi con qualche tribolazione. Ho voluto tributare quest’opera parlandone in un video proprio per andare al nocciolo della questione, cercando di essere il possibile imparziale.
Nel video vi parlo del manga e di questa discussa edizione di un cult.
Brandon Lee, figlio del celebre attore e artista marziale Bruce Lee, ha lasciato un'impronta indelebile nell'industria cinematografica nonostante la sua carriera sia stata tragicamente interrotta in giovane età.
Il 31 marzo 1993, durante le riprese del film "Il Corvo", Brandon venne accidentalmente ucciso da una carica di polvere presente nel proiettile utilizzato durante le riprese del film dall’attore Michael Massee. La carica era rimasta all'interno del fucile utilizzato per una scena in cui gli sparavano, ma l’arma era stata modificata per sparare solo a salve. Durante una scena successiva, il fucile venne utilizzato accidentalmente e la carica di polvere rimasta nel cannone esplose colpendo Lee all'addome e causandone la morte a soli 28 anni. Il film fu dedicato a Brandon e alla sua futura moglie Eliza Hutton.
Oggi sono esattamente 30 anni che siamo senza Brandon Lee, voglio ricordarlo con le sue parole più significative: "Siccome non sappiamo quando moriremo, siamo portati a pensare alla vita come ad un pozzo inesauribile, eppure ogni singolo fatto accade solo per un certo numero di volte, e spesso si tratta di un numero limitato...quante volte ci ricordiamo di un certo pomeriggio della nostra infanzia, un pomeriggio che fa così profondamente parte del nostro essere, senza il quale non riusciremmo nemmeno a concepire la nostra esistenza. Forse quattro, cinque volte, forse anche di meno. Quante volte vediamo sorgere la luna piena... forse venti, eppure tutto ci sembra senza limite."
Curiosità personale: quasi 10 anni fa ho incontrato James O’Barr, autore del fumetto del Corvo. Ricordo indelebile la firma che mi ha fatto sul disegno che ho dedicato a Brandon. Qualche foto qui sotto.
Ci ha lasciato da una settimana ma la notizia è trapelata solo ora. Si è spento il sensei Leiji Matsumoto, papà di Capitan Harlock, Danguard, Galaxy Express e tante altre opere immortali. Grazie di tutto sensei. Ora va nel mare di stelle che hai sempre sognato e disegnato con tanta cura, l’Arcadia ti aspetta al suo timone, noi non ti dimenticheremo mai. “Non è tempo per essere divisi da religioni, razze o confini. Dovete tenere stretti i vostri sogni, sono loro che vi porteranno ad avere un futuro migliore. La vita è fatta per essere vissuta, tutti nasciamo per vivere, nessuno nasce per morire”.
Il nuovo accordo tra Yamato Video e Eagle Pictures ha portato già molti frutti.
Questa nuova edizione di Shin Jeeg ha dalla sua una rinnovata veste grafica e un booklet davvero corposo.
Anime di 13 episodi uscito in Giappone nel 2007, Shin Jeeg è ambientato 50 anni dopo la storia originale in un universo alternativo. Questo box set contiene tutta la serie e tanto altro, per scoprire cosa guardate il video che vi allego con unboxing e tante curiosità.
Questa notte ci ha lasciato Lisa Marie Presley, figlia unica del leggendario Elvis Presley.
Una donna dalla vita complessa, difficile sin dalla tenera età. Si è trovata a doversi confrontare con la morte del padre ancora bambina, vivendo una vita all’ombra, fatta di abusi, di sconfitte, di dolori.
In queste ore ho letto le teorie più disparate, i no vax hanno quasi esultato dell’ennesimo malore vip per loro correlato ai vaccini. Bene, voglio ricordare che la famiglia Presley è costellata di morti giovani, soprattutto dal ramo paterno. Ho letto proprio di recente un libro su Elvis che parla di queste cose che vi consiglio:
Una lettura molto interessante ed esaustiva. Teniamo poi conto che Lisa due anni fa ha subito un grosso lutto da cui non si era mai ripresa: il suicidio di suo figlio. Penso che davanti a certe cose sia giusto portare rispetto senza sperticarsi cercando di mostrare ragioni che di fatto non esistono.
Sono molto addolorato dalla morte di Lisa Marie, una donna dal destino sin troppo segnato che avrebbe meritato maggiori fortune. Spero che ora sia in un posto migliore accanto ai propri cari.
☆ Ciao a tutti! Sono Moreno: ex fumettista, blogger dal 2006, amo tutto ciò che viene considerato nerd, collezionare oggetti e sogni. Qui trovi recensioni e approfondimenti su statue/robot/doll, anime, film, fumetti, videogiochi, eventi, viaggi, arte.
Gestisco varie pagine Facebook tra cui quelle di Jeeg Robot e Romano Malaspina.