Rocky Balboa torna dopo quasi 10 anni per accettare una nuova sfida, allenare il figlio del suo rivale più valoroso: Apollo Creed.
Questo film è arrivato inaspettatamente, nemmeno lo stesso Stallone si aspettava più di tornare a indossare i panni del suo personaggio più iconico; è stata la caparbietà del giovane regista Ryan Googler a convincere l'attore a interpretare ancora Rocky.
La trama è piuttosto semplice, e in qualche modo ricalca il primo grande film della saga nata ormai 40 anni fa.
Stallone probabilmente sfodera una delle sue interpretazioni migliori di sempre, non a caso gli è valsa un Golden Globe; nonostante un viso che ormai somiglia sempre più a una "maschera" riesce a essere molto comunicativo, è un Rocky che non si prende sul serio, un uomo rassegnato, che trova nel suo giovane pupillo la fiamma per tornare a vivere. Questo è il primo capitolo della saga che non vede il coinvolgimento di Sly alla regia o alla sceneggiatura, e sapete che vi dico, era ora!
Il film riesce a essere fresco, nonostante il franchise sia stato sfruttato all'osso, si sente la passione che ci hanno messo per mettere insieme questo lavoro. Nonostante la vena drammatica della sceneggiatura ho apprezzato molto le parti più ironiche della pellicola.
Parlando delle interpretazioni degli altri attori, ho apprezzato Michael B. Jordan, (Adonis Creed) un credibile pugile, e buon erede di Apollo, atleticamente niente da dire, peccato non mi sia sembrato particolarmente carismatico, forse perché mi viene naturale fare un confronto diretto con Carl Weathers. Ho adorato Phylicia Rashad, chiamata qui a interpretare la vedova Creed. Segnalo anche la splendida Tessa Thompson, attrice emergente dalla bellezza sfolgorante.
Il film ha un buon ritmo, momenti toccanti, e dialoghi piuttosto profondi che ho apprezzato.
C'è anche un piccolo cameo di Sage Stallone, il figlio di Sly scomparso prematuramente nel 2012, compare in una foto che lo ritrae giovanissimo insieme al padre, da notare che il compianto attore appare anche in Rocky V interpretando, anche nella finzione, il figlio del pugile italo americano.
La regia mi è piaciuta, anche se in alcune scelte didascalica, nei match a volte risulta un po' troppo vicina ai pugili rendendo claustrofobica l'azione. Da notare che i vari incontri sono stati girati coraggiosamente in piano sequenza, frutto di un coordinamento tra gli attori notevole; le coreografie dei combattimenti sono piuttosto credibili, niente a che vedere con quelle dei primi capitoli della saga, i contendenti sono, tranne Jordan, tutti pugili professionisti. Si poteva fare di più per la parte degli allenamenti, e per le musiche, che sono sempre state un must in Rocky, qui raramente riescono a creare il coinvolgimento a cui ci ha abituati la serie.
Ciò non toglie che questo Creed - Nato per combattere, è un lavoro che sa regalare emozioni, in alcuni punti adrenalinico e commovente. Direi quindi che promuovo a pieni voti questo spin-off.
Si mormora già di un possibile seguito, visto il successo che sta ottenendo la cosa è molto probabile, personalmente spero solo che non rovinino ciò che di buono c'è in questo film, sarebbe un gran peccato.