martedì 7 luglio 2020

The Last Of Us part II







Sono passati esattamente 7 anni da quando ho parlato del primo The Last Of Us.
Dopo aver finito il secondo capitolo di questa meravigliosa saga creata dai Naughty Dog, mi sono fatto tante domande, tra cui: cosa mi ha lasciato questo gioco? 
Uscito il 19 giugno 2020, gli sviluppatori ci hanno messo ben 6 anni di lavorazione per portarlo a compimento. I trailer hanno tratto a inganno i molti che si aspettavano un sequel canonico del primo capitolo, ma non tutto è come sembra.

Neil Druckmann, il direttore creativo della serie non si è accontentato di un sequel che riprendesse le caratteristiche del primo capitolo, non ha dato ai giocatori ciò che si aspettavano, ma ha sovvertito tutto il sovvertibile presentando un prodotto coraggioso come pochi nella storia di questo media.

Il coraggio, le prese di posizione, il cambiare le regole del gioco, portano spesso a risultati contrastanti. 
Nonostante la stampa unanimamente abbia promosso questo The Last Of Us 2 come il capolavoro della generazione su Playstation 4, moltissimi altri si sono schierati contro il lavoro svolto da Naughty Dog, ma come mai?

Tutta la violenza verbale che sto leggendo in queste ore verso il team creativo di The Last Of Us 2 fa pensare molto. Per chi non lo sapesse molti utenti si stanno scatenando contro gli sviluppatori di questo gioco a causa delle scelte prese con toni spesse volte molto pesanti e violenti. 
Eccovi qualche esempio dal twitter di Neil Druckmann:




La storia del gioco parla principalmente di vendetta, di inclusività, di accettazione, di dolore, di morte, di separazioni, di crescita, di perdono, di violenza, di empatia; la stessa che manca ai molti haters di questo sequel. Ciò è piuttosto beffardo.

Ci troviamo catapultati 4 anni dopo il primo meraviglioso capitolo, chi ci ha giocato ricorderà il peso della azioni di Joel, protagonista amatissimo nella saga, tanto da essere uno dei motivi principali dell'odio degli haters verso questo seguito. Ogni azione che compiamo ha un ruolo nelle nostre vite, pensare che un team di sviluppo acuto e sensibile come i ND potesse lasciar passare come se niente fosse determinate scelte sarebbe stato a mio modo di vedere poco creativo e stimolante.

Quindi abbiamo lasciato Joel con il peso di una scelta difficile ma comprensibile, umana: mettere davanti a tutto chi si ama, non importa il prezzo da pagare; a discapito di qualsiasi altra cosa ha mentito, ha ucciso, e snon si è mai pentito di averlo fatto.




Ellie, è cresciuta, fa giri di ronda per uccidere infetti, ha una cotta per un'amica, la sua omosessualità non è accettata da tutti nella sua comunità ma lei sa sicuramente farsi valere.
I segreti hanno un peso da portare, da reclamare, ed è difficile perdonare chi si ama quando ci ha mentito per tanto tempo, quando ci ha imposto una scelta che non condividiamo.

In tutto questo abbiamo chi ancora cerca riscatto: Abby, una soldatessa allenatissima con una forza fuori dal comune. Questo è il personaggio tra i più odiati e amati nel campo dei videogiochi. 
Basta pensare che chi le ha prestato la voce: Laura Bailey, sta ricevendo minacce di morte in queste ore sui social solo per averla doppiata. 

Questo è uno dei giochi, che chiamare così trovo riduttivo.
Videogioco da quando ero un bambino, dai primissini anni 80. Raramente ho provato sentimenti così forti, contrastanti, ondivaghi, per quanto riguarda un videogioco e la sua storia.
Per me The Last Of Us 2 è stata un'esperienza, qualcosa che ha trasceso il media. 
Mi sono commosso, ho provato rabbia, voglia di vendetta, ho capito, ho perdonato, ho sperato, ho sudato, ho sofferto. Questa si chiama empatia, questi personaggi che per molti sono solo pupazzi 3D mi hanno trasmesso tutti questi sentimenti, mi sono arrivati come un pugno nello stomaco ogni volta.
Intrippato come davanti alla migliore delle serie tv, mi sono trovato a spegnere a forza la PS4 nel timore di finire troppo presto questa esperienza, per fortuna, piuttosto longeva.




Da una parte capisco chi sta provando frustrazione verso i programmatori perché non gli hanno dato la storia felice che si aspettavano, il seguito che volevano. 
D'altra parte però non capirò MAI come si possa riservare tanta violenza verbale verso delle persone reali per una storia fittizzia, per personaggi di fantasia. Tutta ‘sta polemica poi perché il gioco non ha la storia che volevano in molti, una semplice ripetizione del primo, il classico seguito che fa leggermente maturare i personaggi quel tanto che basta da essere rassicurante per i più. Come se le azioni del precedente capitolo non avessero conseguenze.
I ND invece hanno spiazzato le persone creando qualcosa di totalmente inaspettato, di maturo, di spietato, ed ecco le critiche feroci. 

Tornando al gioco, come ho già accennato in precedenza, compie enormi scelte morali, coraggiose e inedite che non ti aspetteresti mai dal sequel di un videogioco. Raramente ho visto tanta violenza, rabbia, disillusione, espressività, libertà creativa, infatti lo sconsiglio caldamente ai ragazzi molto giovani, da noi è vietato ai minori di 18, ma sono regole che, soprattutto nel nostro paese, non vengono MAI rispettate come dovrebbero.

Ogni azione ha un peso, la violenza a un certo punto diventa quasi nauseante per il giocatore,  ogni uccisione è accompagnata da una sorta di senso di colpa che ti molla raramente durante la storia.

Il cambio di prospettiva dell'avventura a metà storia è stata una scelta molto contestata.
Non a tutti è piaciuto vestire i panni di Abby, per alcuni una forzatura innaturale. A mio avviso invece è il punto focale della storia, ti fa comprendere come non esistano buoni e cattivi ma punti di vista diversi dal nostro, ogni cosa è relativa. Questo atto di coraggio degli sviluppatori per me va premiato, e mi dispiace molto che non sia stato apprezzato da tutti.
Viviamo in un mondo restio al cambiamento, a parole lo vogliamo, ma a conti fatti lo temiamo, non è la comfort zone, ci destabilizza. Certo inizialmente anche io non ho sopportato il personaggio di Abby, ma ciò è voluto, se non si riesce a fare quello step in più avvicinandosi alla storia con la giusta apertura mentale si rimane relegati al passato, ancorati a: "non è ciò che volevo".

Ma quando mai poi si è visto un gioco con: 2 protagoniste lesbiche e una donna apparentemente mascolina ma etero. Si sovvertono punti di vista, convinzioni, convenzioni. Questo è The Last Of Us 2. 
Un "gioco" che va oltre il suo media, che sfonda la quarta parete, che ti tocca nel profondo lasciandoti spesso interdetto, senza via di uscita. 

La colonna sonora incalzante del premio Oscar Gustavo Santaolalla, ti preme nel petto, ti pulsa dentro tutta l'avventura. Le citazioni musicali si sprecano, dai Pearl Jam agli a-ah, scene già cult nel mondo videoludico.
La grafica spreme in modo incredibile l'hardware di PS4 settando nuovi standard. Ogni parola a riguardo sarebbe superflua. C'è uno studio maniacale dietro a ogni singola cosa, niente è lasciato al caso, raramente si riscontrano cali di tono, il level desgin è splendido, sfaccettato, multilivello, un passo avanti rispetto al precedente titolo. Certo si ha meno varietà di ambienti rispetto al primo, ma gli scorci che si vedono lasciano a bocca aperta, e alcune parti sono vera e propria poesia. Da segnalare poi che il tutto qui si svolge in 3 giorni, mentre il precedente compiva un viaggio della durata di un anno, ecco perché per taluni le ambientazioni possono essere meno varie, ma qui il focus sono soprattutto i personaggi e le loro azioni, i loro sentimenti, il resto è puro contesto.

Belli i flashback, mai ridondanti e sempre funzionali, alcuni particolarmente poetici e toccanti.
Il gameplay è stato migliorato e ampliato, ciò non significa che sia una vera rivoluzione rispetto al precedente ma compie un decisivo passo avanti. 

Capisco e comprendo che The Last Of Us part II possa lasciare attoniti, che possa anche non piacere, però da qui a criticarlo ferocemente a mio parere ce ne passa. Questo è uno di quei titoli che si ricorderanno anche tra molti anni, è innovativo, ha una forza dirompente incredibile, sovverte il concetto di bene e male, lascia il segno. Non è certo un mero esercizio di stile, e traccia una via per gli sviluppatori.

Forse per qualcuno potrà essere forzata tutta "l'inclusività" che si porta dietro, ma a quel qualcuno chiederei: hai giocato al primo capitolo? Ellie era già dichiaratamente gay, qual è il problema? 
Quanti giochi toccano questo tema? Io credo sia molto importante sdoganare certe tematiche. 
Sulle scelte narrative invece potremmo discuterne all'infinito, ogni grande storia ha pure i suoi espedienti narrativi dietro.

Questo gioco a mio parere, meriterrebbe di essere vissuto da tutti gli amanti dei videogiochi, e non solo, perché ha una capacità di raccontare e coinvolgere che raramente mi è capitato di vedere, non fatevi condizionare dalle critiche, godetevi questo viaggio senza preconcetti.

Sono molto curioso di vedere come sarà la mini serie HBO dedicata a The Last Of Us, Johan Renck risulta essere il regista dell'episodio pilota, ma per vederla purtroppo bisognerà attendere almeno il prossimo anno.

Vi lascio alla mia video recensione della Special Edition del gioco:





See you soon guys!