venerdì 14 settembre 2018

Robin Williams - Storia di una vita




Adoro Robin Williams, e quando ho visto in libreria la biografia: "Storia di una vita", del giornalista Dave Itzkoff, mi sono fiondato a comprarla, ma ne è valsa la pena leggersi le quasi 500 pagine che la compongono?

Premetto che sono un amante delle biografie, ne ho lette molte, mi piace approfondire i personaggi che amo, cercare di avere più informazioni possibili su di loro.

Il libro scritto da Itzkoff, è tra i saggi più minuziosi che mi sia capitato di leggere, almeno per quanto riguarda un personaggio di spettacolo. Robin viene letteralmente vivisezionato, partendo dalla sua ricca infanzia isolata, ai genitori, alla sua crescita, sino ai suoi studi e ai suoi successi, arrivando poi al tragico epilogo che tutti conosciamo. Si capisce che il giornalista, prima di essere uno scrittore è un fan dell'artista scomparso, ed ha avuto anche occasione di incontrarlo varie volte, di intervistarlo, di accompagnarlo in giro.

Ogni cosa scritta ha una relativa nota, viene sempre citata la fonte; Itzkoff intervista parenti, amici, colleghi, ex mogli, collaboratori, truccatori, chiunque sia stato vicino a Robin e si sia reso disponibile è diventato così fonte di notizie, sempre interessanti, per cercare di comprendere l'uomo e l'artista.

Sono rari gli uomini che lasciano un segno come quello lasciato da Robin, una persona, nonostante tutto, insicura, piena di contraddizioni, con uno smodato desiderio di piacere, di essere amato, forse per placare la solitudine della sua infanzia dorata.
Questo libro fa finalmente luce, una volta per tutte, su vari aspetti della vita dell'artista.
Moltissimi sono convinti che Robin si sia ucciso per la depressione, pochi sanno che purtroppo negli ultimi anni della sua vita si è ammalato, sempre più gravemente. Ciò non è una trovata pubblicitaria per santificare la sua immagine, purtroppo solo l'autopsia è riuscita veramente a stabilire, con quasi certezza, che soffriva di Demenza da corpi di Lewy, a lui diagnosticato erroneamente come Parkinson visto che i sintomi sono simili. Di questa terribile malattia e delle pene subite da Williams ne ha parlato approfonditamente anche la moglie in questo bellissimo articolo che vi linko qui.

Robin, è stato per me una grande fonte di ispirazione, un uomo che avrei tanto voluto conoscere, grazie a questo libro e a tutti quelli che ci hanno collaborato, posso dire che mi sento più vicino a Williams, e sono grato al suo autore per questo.
Scoprire poi che anche lui amava collezionare, pure robot giapponesi! Chi lo avrebbe mai detto? Certo, non stiamo parlando di un santo, nella vita ha fatto errori, a volte anche gravi, ma prima di tutto si è donato, e ha cercato sempre di portare il sorriso nel volto del prossimo.
La sua voglia di lavorare, il suo impegno, la sua genialità, rimane il rammarico di pensare che forse poteva essere sfruttato meglio, soprattutto in anni più recenti. Di Robin bisogna ammirare il coraggio, si è sempre messo in discussione, non si è mai sentito arrivato, ed è sempre rimasto umile, cosa che davvero non è da tutti.


Quindi, se volete anche voi sentirvi più vicini a questo enorme artista, vi consiglio caldamente di leggere questo libro, scorrevole e ben scritto, non ve ne pentirete affatto!

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