Coco è l'ultimo lavoro Disney Pixar, e il primo dopo tanti anni a emozionarmi veramente.
Purtroppo negli ultimi anni la casa nata dalla mente di Steve Jobs ha avuto una naturale inflessione per quanto riguarda la qualità delle sue produzioni. Persi in seguiti su seguiti dei loro capolavori, lontani dall'originalità che li ha sempre contraddistinti. Finalmente dopo tanti anni Coco centra il punto e riporta in auge (creativa), quella che è sempre stata la punta di diamante della produzione animata americana. Intendiamoci, Inside Out mi è piaciuto, ma in generale la qualità delle pellicole Pixar si è fatta meno omogenea.
Diretto da Lee Unkrich, già autore su opere quali Toy Story 2 e 3, in tandem con Adrian Molina. Coco narra le vicende di Miguel, giovane aspirante musicista osteggiato dalla famiglia che lo vuole impegnato in cose più concrete invece che dietro a passioni ritenute poco edificanti. Secondo quanto si racconta, infatti, il bisnonno di Miguel abbandonò sua moglie per seguire il sogno di diventare un musicista. Sia mai che la storia si possa ripetere!
Un viaggio nel mondo dei morti alla ricerca delle sue origini e dei suoi sogni, porterà Miguel a scoprire la verità sulla sua famiglia e sul mito musicale che lo ha sempre ispirato: Ernesto de la Cruz.
Questo film è a mio avviso praticamente perfetto. Non una sbavatura, non un momento morto, niente di stonato (per rimanere in tema) tutto funziona a meraviglia. Dalla trama, alle musiche, siamo davanti allo stato dell'arte dell'animazione Pixar. Il tema centrale della pellicola non è propriamente adatto a un pubblico infantile, ma ciò non toglie che chiavi di lettura variegate possono attrarre un pubblico estremamente eterogeneo. Raramente ho visto trattare il tema della morte con tale eleganza. La crescita, l'accettazione, il ricordo, sono tutte fasi della vita che dobbiamo affrontare e che qui percorriamo insieme al giovane protagonista. Una pellicola di rara sensibilità che sa toccare il cuore dello spettatore con maestria e garbo.
La deliziosa colonna sonora è l'anima del film, composta tra gli altri da Michael Giacchino, Robert Lopez, per l'edizione italiana i testi sono stati adattati da Lorena Brancucci, ottimo Michele Bravi nel brano "Ricordami".
Che dire d'altro, se non di godervi questo bellissimo viaggio che è Coco, un viaggio di crescita, accettazione, maturazione e gioia per la vita. Assolutamente da vedere!
Nota curiosa: prima del film vi è un corto Disney, Olaf's Frozen Adventure. Dura ben 22 minuti ed è la prima volta nella storia della Pixar che un suo film non è introdotto da un suo corto. La cosa ha creato varie polemiche negli states, sia per l'eccessiva lunghezza del filmato, sia perché non si lega bene con Coco. Serve infatti solo per promuovere il seguito di Frozen in uscita nel 2019. In America è stato tagliato mentre da noi lo si è mantenuto. Senza infamia e senza lode.
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