Tanti, troppi facili giudizi di un paese fortemente bigotto.
Ho visto i miei genitori morire in modo atroce:
Mia madre è rimasta per mesi intrappolata in un corpo che non era più il suo, una presenza fragile che faticavo sempre più a riconoscere e con cui non potevo nemmeno interagire, tenuta in vita dalle macchine.
Mio padre ridotto al lumicino dalla malattia e dalle cure invasive, diventando l'ombra dell'uomo che era stato.
Ecco, sono certo che, se avessero potuto scegliere, si sarebbero risparmiati tanta — troppa — sofferenza inutile.
Le Kessler hanno potuto accedere a un aiuto che un paese davvero civile dovrebbe garantire.
Questa idea che nel dolore esista una qualche forma di dignità è un mito stanco, che non regge più.
Personalmente credo nell’autodeterminazione e nella libertà di scelta.
Di dolore ne passiamo già troppo nel corso della vita.
Ciao Ellen e Alice, salutatemi i miei cari.

