martedì 20 settembre 2022

Sotto il segno di Devilman - Intervista a Giorgio Bassanelli Bisbal

In occasione della nuova edizione degli OAV di Devilman edita da Yamato Video, ho intervistato  Giorgio Bassanelli Bisbal, direttore del doppiaggio, dialoghista, doppiatore responsabile del nuovo  adattamento italiano dell’opera di Go Nagai. Inoltre abbiamo registrato insieme un intervento che trovate nel video in calce a questo post. L’intervista verrà pubblicata anche sul terzo numero del magazine di Emacomics.



Cosa rappresenta per te Devilman?

Devilman per me è l’inizio di tutto. Negli anni ’90, il mio approccio con l’animazione giapponese inedita, cioè che si trovava solo in giapponese, fu proprio con Grey Digital Target, il film di Hokuto no Ken, Akira che fu il primo film che vidi (avevo addirittura una copia in bianco e nero) e Devilman. Mi ricordo perfettamente che quando lo vidi mi scattò immediatamente il desiderio fortissimo di poterlo vedere in italiano. Quindi appena uscì, se non sbaglio fu proprio la prima videocassetta Granata Press che presi immediatamente, il primissimo film in italiano fu Baoh che uscì per Yamato Video, e poco dopo Devilman che mi piacque tantissimo. Devilman per me rappresenta proprio il primo impatto con l’animazione giapponese seria, quella vera, quella non più per bambini. Fu un trampolino di lancio per me, quei film: Maison Ikkoku Last Movie, Ken il Guerriero (Il film) in giapponese, Grey Digital Target - meraviglioso potessimo farlo in italiano adesso, magari - e appunto Devilman. In quegli anni sembrava impossibile poter avere certe opere in italiano, e invece…


Puoi spiegarci come mai si è reso necessario ridoppiare questi OAV e perché non siete riusciti a inserire anche il vecchio doppiaggio in questa edizione?

La decisione di doppiare gli OAV parte sicuramente da una questione legata ai diritti, ma soprattutto, per quello che mi è dato sapere è legata al fatto che il vecchio doppiaggio, che ho amato tantissimo, aveva però delle lacune sotto il profilo della traduzione, incongruenza che poi ho riscontrato lavorando su queste opere. Basta fare un piccolo confronto tra vari elementi. Probabilmente all’epoca si è tradotto partendo dall’inglese, non ne ho sicurezza, anche se ho iniziato a lavorare in Granata Press solo con Shuten Doji, pochi lo ricorderanno ma inizialmente è stato doppiato usando Stefano Onofri poi è stato ridoppiato tutto con Giorgio Borghetti come protagonista e Roberta Greganti. Quindi il motivo principale del ridoppiaggio di Devilman è stato solo una questione di traduzione e adattamento.

Parliamo di adattamento, cosa è stato cambiato rispetto alla vecchia versione?

Ci sono tantissimi cambiamenti, uno fondamentale, che mi ha colpito molto è il discorso che fa Jinmen a Devilman, quando gli dice: “io non sono un assassino, io mi nutro.
Perché se tu ti nutri non sei un assassino e se lo faccio io invece divento un mostro?”
Mi ha molto colpito tutto quel passaggio. Poi ci sono cambiamenti sciocchi, per esempio nel vecchio doppiaggio, ripeto forse la traduzione è stata fatta dall’inglese, abbiamo i personaggi che stanno uscendo da scuola, stanno andando a casa, nel vecchio doppiaggio l’amica dice a Miki: “presto dobbiamo andare a lezione”. Non vanno a nessuna lezione.
Non si capisce come fanno a trovare Akira nella parte iniziale con i conigli, in realtà è l’amica che dice a Miki che lo hanno visto lì. Oppure quando sono nella stanza medica con sempre Miki faccia a faccia con Akira, lui non la bacia, e lei gli dice che è uno stupido. Nel vecchio doppiaggio diceva altro che non c’entrava nulla. Ci sono tutta una serie di queste inesattezze, tra cui alcune più marginali e altre più interessanti come il discorso di Jinmen.
 


Cosa ti ha spinto a scegliere Massimo Triggiani per il ruolo di Akira e Maurizio Merluzzo per Ryo Asuka?

Il principio è questo: negli ultimi 10 anni ho lavorato soprattutto a film, faccio prettamente quelli. Il fatto di lavorare al doppiaggio di film, spesso molto particolari, mi ha portato a maturare un gusto totalmente diverso rispetto a quello che avevo un tempo. Oggi se riavessi tra le mani titoli come Cowboy Bebop (anche se è venuto bene) userei un approccio totalmente diverso come del resto ho fatto recentemente con Getter Robot. Sono cambiato nettamente. Per cui la scelta è caduta su Maurizio e su Massimo perché sono persone che frequento, ogni tanto, fuori dal lavoro e hanno un rapporto tra loro che si può dire, spero di non venire travisato, simile al rapporto che hanno Ryo e Akira, se loro rappresentano quei personaggi io sono Zenon (risata). Scherzo. Comunque ho visto delle similitudini rispetto ai personaggi che andavano a interpretare. Soprattutto nel caso di Triggiani, ero sicuro che avrebbe reso bene il cambio tra l’Akira liceale e “uomo”, perché Massimo ha questa caratteristica nella voce, riesce a essere sia ragazzo che adulto. Con Maurizio il problema non si presentava perché Ryo rimane bene o male lo stesso nel corso della storia. Per cui diciamo che mi sono basato sul loro carattere. Spesso scelgo gli attori a seconda di come sono nella vita, a volte mi baso anche sulla loro fisicità, ma spesso sul carattere e sulla vocalità dell’originale e se richiede una caratteristica specifica. Il punto di partenza è che facendo tantissimi film il mio approccio nei confronti degli anime resta quello del film, d’altro canto nei cartoni l’attore dà l’anima al personaggio cosa che invece con attori in carne e ossa ha un effetto diverso.

Ho notato che hai mantenuto le pronunce dei nomi alla Giapponese e che hai usato, in varie occasioni, un linguaggio molto brutale. Ci puoi motivare queste scelte?

 Per quanto riguarda le pronunce ho mantenuto quella originale perché mi sembrava giusto farlo, mi sembra l’ora di usare le giuste pronunce dei nomi.
Per quanto riguarda il linguaggio, se posso essere brutale anche nella risposta, è che mi sono rotto il caxxo di linguaggi finti edulcorati nei cartoni animati, così come in alcuni film e Devilman è una storia per adulti, ci sono scene molto forti quindi secondo me va aiutato con un linguaggio reale. Non mi sono minimamente posto il problema di usare certi termini perché sono giusti e accompagnano la storia con un’impronta adulta. Mi sono stancato di termini come “dannato, maledizione”, nessuno parla così nella vita, certi termini lasciamoli ai telefilm americani. Gi OAV di Devilman sono tratti dall’opera di Go Nagai un manga che nasce con un intento preciso e maturo e io volevo raggiungere questa maturità anche tramite il linguaggio assolutamente “reale”, questo è stato il meccanismo.


Dal primo al secondo capitolo si nota un deciso cambio di marcia, avete avuto modo di sbizzarrirvi  di più, Triggiani riesce nel difficile compito di non far rimpiangere Ivo De Palma. A questo proposito voglio farvi un plauso per il lavoro che avete svolto e per gli attori che hai scelto. C’è una parte di cui vai particolarmente fiero?

 Ivo De Palma 30 anni fa fece un lavoro egregio con gli strumenti che aveva, detto questo c’è un netto cambio perché c’è negli OAV, sia emotivamente, che visivamente molto più potente. La parte di cui vado più fiero è lo scontro tra Jinmen e Akira. Mentre facevamo Jinmen, interpretato da Massimo Lodolo, che per me è il fuoriclasse in assoluto e uno dei migliori attori che abbiamo in Italia, ha saputo ascoltare bene l’interpretazione dell’originale creando una variante italiana assolutamente unica. Identica al giapponese. Invito tutti ad ascoltare l’originale giapponese e l’interpretazione di Lodolo sui ghigni, sui guizzi, sulle intonazioni, sulla forza, sull’ironia. Massimo è veramente unico. Un aneddoto divertente: durante ii doppiaggio dopo la chiusura di ogni scena io ero emozionato, quasi esaltato, però Massimo simpaticamente faceva l’offeso dicendo che l’avevo messo su uno che veniva ammazzato dopo neanche 10 minuti di storia; ridendo diceva questa cosa: “mi hai messo su una tartaruga che perde contro un ragazzino”. Quindi ogni volta che dicevo: “Massimo, non puoi capire ho la pelle d’oca sei stato bravissimo”, lui anziché darmi soddisfazione mi diceva: “andiamo avanti”. Su questa cosa ci rido ancora oggi, ogni volta che lo vedo. Sono anche contento della resa sonora, perché la colonna sonora nostra ora è molto più potente anche di quella originale giapponese del 1987 e 1990.

C’è qualcosa che dovremmo sapere su questa edizione degli OAV di Devilman?

L’audio è potenziato pure essendo esattamente lo stesso dell’originale giapponese, se lo ascoltate con un buon impianto è nettamente migliorato, anche perché io stesso seguo sempre anche il mix, ho io stesso esaltato alcune scene, in più c’è il libretto che contiene qualsiasi cosa vi venga in mente sui personaggi, sulla costruzione degli OAV e quant’altro. Per cui i collezionisti come me non possono non avere questa edizione, nemmeno nell’edizione giapponese sono presenti quelle illustrazioni, già solo questo vale l’acquisto. L’home video sta morendo, la gente continua a vedere le cose in streaming (che va benissimo), spero tanto che ci sia sempre questo zoccolo duro di collezionisti che preferiscono avere l’oggetto come me, e di vedere la roba non compressa; oddio il blu-ray è compresso lo stesso però non come lo streaming in più stai parlando con uno che colleziona ancora vinili.


C’è un’opera che vorresti doppiare o ridoppiare? Un tuo sogno nel cassetto?

Servirebbero 4 giorni per dirti tutto ciò che vorrei doppiare, ci sono molte serie vecchie a cui vorrei lavorare: Otokojuku (Classe di Ferro), Panzer World Galient, Grey Digital Target il film, Zillion, il film di Street Fighter 2 mettendo la colonna sonora giapponese, Tenkū senki Shurato, vorrei finire Golion, la parte finale di Laserion, e poi vabbè, ovviamente Hokuto No ken.


  

Monica Belllucci e Giorgio Bassanelli Bisbal in sala di doppiaggio

 

Negli ultimi anni le polemiche contro il doppiaggio italiano si fanno sempre più persistenti, cosa ne pensi e come vivi tali critiche?

 Penso che le critiche al doppiaggio abbiano ragione di essere perché stiamo vivendo un’era con troppa improvvisazione, gente che fino all’altro ieri faceva tutt’altra cosa, senza esperienza, che si autoproclama esperto o si mette a scrivere dialoghi a dirigere, c’è molta improvvisazione e questo poi si riflette sulle lavorazioni, sui doppiaggi. Io ho fatto una gavetta lunghissima in seno a società storiche del doppiaggio, sono stato tantissimi anni in CDC, ho ascoltato, vissuto, visto tanti professionisti che hanno fatto la storia del cinema in Italia, parlando di doppiaggio naturalmente. Quindi ho avuto modo di “assorbire” da queste persone e farne qualcosa per me. Oggi invece vedo individui che dal nulla prendono decisioni perché hanno l’amico, qualcuno che glielo permette. Ecco, questo per me fa male al mio mestiere per cui se ci sono delle cose fatte veramente male rispetto l’originale posso capire che la gente si possa arrabbiare o che possa vomitare veleno contro il doppiaggio. C’è da dire però che, questo nessuno può contraddirlo, anche nel doppiaggio esiste la borsa di Armani e la borsa fatta di plastica. Questo è un mestiere che un tempo aveva un sapore artigianale, oggi sta avendo sempre più, per colpa di alcune dinamiche, il sapore di una catena di montaggio.

Domanda di rito: a cosa stai lavorando? 

Sto lavorando a un film americano di cui non posso dire niente, e poi altri due film che sono una coproduzione italo americana addirittura di Natale, sì avete capito bene, a settembre sto lavorando a dei film di Natale. Spero a breve di lavorare a un film che interessa a tanti della mia generazione  e soprattutto interessa ai molti fan dell’animazione giapponese. Lo sto aspettando con le palpitazioni anche perché sono molti anni che lotto per avere questo film finalmente al cinema e con una edizione italiana degna di quel nome.

C’è qualche titolo recente, sempre parlando di anime, che ha lasciato un segno su di te lavorandoci?

Due titoli: Lupin e Dragonball. Ho avuto modo negli ultimi anni di lavorare su tutti gli speciali di Lupin e sulla terza serie, nonché allo sfortunato film in computer grafica uscito con l’esplosione della pandemia, mi sono molto divertito nel farlo, oltre al fatto che ero contento di realizzarlo. Lupin lo conosco bene, ho lavorato a suo tempo anche con Roberto Del Giudice, quindi diciamo che è più o meno un personaggio che mi accompagna nel tempo. Poi, non me lo aspettavo onestamente: Dragonball. Ho fatto questo film che uscirà il 29 settembre, certo mi sono trovato un cast già fatto però con tutti attori che devo dire non solo si sono dimostrati all’altezza ma la cosa più bella è che sono stati molto collaborativi, credo si siano trovati molto bene con me e io mi sono trovato bene con loro. Sono molto fiero del risultato finale; anche in questo caso ho seguito tutto il mixer. Certo ero vincolato da scelte non mie in certi casi, però con questi strumenti secondo me è soddisfacente. Ci sono nuovi personaggi con cui ho cercato di riprendere il giapponese, soprattutto nelle scene di combattimento, perché non si dica che l’audio giapponese è più potente del nostro, Anche gli italiani possono trovare entusiasmo nel fare gli anime, bisogna sempre trovare la parola magica per innescare entusiasmo in chi sta facendo qualcosa che di solito non è abituato a fare. Il problema principale degli attori che si approcciano agli anime è che non sono abituati a farli oppure se li fanno chi sta dietro non dà loro un vero motivo per metterci un certo impegno. Per esempio: Franco Zucca, straordinario attore purtroppo scomparso qualche mese fa, non aveva mai fatto cartoni giapponesi e li odiava, anche se qualche anime lo ha fatto, in Lupin The First l’ho messo su uno dei personaggi più importanti e ho trovato uno spunto per fargli vedere l’opera con un occhio diverso, visto che per lui gli anime erano tutti uguali e privi di fantasia. Alla fine si è divertito e noi spettatori abbiamo avuto la chicca di avere Franco Zucca in un film di animazione giapponese. Per cui bisogna sempre trovare il modo di dare la spinta quando qualcuno non si entusiasma per un progetto, certo non è sempre possibile, mi capita ogni tanto di farlo perché capisco che dall’altra parte non sempre si apprezza ciò che si fa, l’ho fatto a suo tempo anche con Elio Pandolfi nei film di Berserk, che al di fuori di Sherlock Holmes di cartoni davvero ne aveva fatti zero, e su Berserk abbiamo Pandolfi in una delle sue ultime interpretazioni (anche lui scomparso da poco). Spero che il pubblico apprezzerà i miei ultimi lavori.



 

Un ringraziamento speciale  a Giorgio Bassanelli Bisbal e allo staff di Yamato Video. 

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