sabato 31 marzo 2018

Ready Player One

La magnificenza dello schermo della Sala Energia di Arcadia 





Uscito il 28 marzo Ready Player One, è uno dei film più attesi di questo inizio anno, vuoi perché un regista come Steven Spielberg calamita sempre l'attenzione, vuoi perché stiamo parlando di un lavoro tratto da un bestseller: il libro ononimo di Ernest Cline.

Per poter parlare di questo film, sono andato a vederlo in una spettacolare versione in 70MM al Cinema "Arcadia" di Melzo, nella meravigliosa sala Energia. È stata un'esperienza quasi mistica per un amante del cinema, non a caso ha vinto un premio come "Miglior Sala d'Europa" nel 2017 agli ICTA Awards. Da notare che questo film è stato girato su pellicola, una scelta ormai non comune e figlia del tipo di fotografia che si è voluto catturare. Tra le poche copie al mondo in 70MM, quella posseduta da Arcadia è la numero 2!

La storia è ambientata in un 2045 devastato dalla povertà e dall'alienazione personale, dove le persone passano la maggior tempo in un mondo virtuale, OASIS. I più ricchi si distinguono da una dotazione più avanzata, quindi oltre al caschetto col visore, indossano tute elaboratissime per ricreare sensazioni quali il tatto o la pressione di una mano sul proprio corpo, il calore, il freddo.
La virtualità quindi ha preso il posto della realtà, il mondo fuori è troppo arido, mentre il virtuale dona bellezza e immedesimazione, una dimensione dove l'uomo può essere letteralmente qualsiasi cosa voglia.

In questa cornice troviamo il protagonista dal nome richiamante un personaggio dei fumetti supereroistici: Wade Watts, su OASIS conosciuto invece col nickname di Parzival.
Il creatore di tanta virtualità, James Halliday è morto da anni, non prima di mettere in palio il controllo del suo mondo e della sua eredità milionaria. Come si arriva a tanto ambito premio?
Vincendo le sfide di Anorak su OASIS, infatti in questo universo sono disseminati indizi per trovare tre chiavi, queste apriranno i relativi segreti che consentiranno l'accesso all'Easter Egg finale per poter controllare questa dimensione.
Wade, passa la maggior parte del suo tempo studiando gli anni della giovinezza di Halliday, gli anni 80, immedesimandosi nella sua vita, vedendo i film che amava, giocando agli stessi arcade, leggendo i suoi libri preferiti, in una ricerca ossessiva che tutto gli porta e apparentemente niente gli dà, se non compagnia in momenti cupi, visto che è orfano e vive con una zia non propriamente accogliente in uno squallido cubicolo. I momenti di serenità li trova solo su OASIS, nascosto in un furgone col suo caschetto virtuale ficcato in testa.
Un giorno, nel tentativo di vincere una delle sfide di Anorak, il ragazzo incontra Art3mis, famosa giocatrice e affascinante creatura dai tratti felini.
Peccato che a bramare il tesoro di Halliday ci sia anche una multinazionale (IOI) dai fini poco nobili. Qui abbiamo l'inizio delle avventure di Wade, in quella che sarà una vera e propria odissea dai tratti pop e squisitamente anni 80, con continui rimandi e citazioni ad altre opere.




Partiamo dal presupposto che trasporre un libro del genere in film, è davvero MOLTO difficile anche per un autore come Spielberg. Nel racconto sono talmente tanti i riferimenti, i momenti in cui Wade semplicemente gioca a un vecchio arcade o vive attimi di alienazione, che rendere tutto sarebbe stato impossibile. L'operazione svolta è intelligente, viene portato il grosso della trama, condensato e adattato a un media diverso: il cinema.
Complice anche la sceneggiatura dello stesso Ernest Cline, coadiuvato da Zak Penn, direi che l'operazione è riuscita, seppur con qualche riserva.

Visivamente siamo di fronte allo stato dell'arte, nonostante la narrazione si svolga per la maggior parte del tempo nel digitale, tale cosa non si fa sentire pesantemente ed è totalmente contestualizzata alla storia. Tecnicamente niente da segnalare, trovo i character molto ben riusciti, dettagliati e credibili e in generale la regia regala momenti davvero esaltanti e coinvolgenti, soprattutto nelle parti più dinamiche, dove raggiunge punti di spettacolarità altissima. Il problema maggiore, per assurdo, forse lo si ha nel mondo reale, dove il tutto mi ha convinto un po' meno.



L'attore che interpreta Wade, Tye Sheridan, ha sicuramente offerto una buona interpretazione, ma non credo sia propriamente semplice trasmettere emozioni quando si ha la maggior parte del tempo un visore sugli occhi. Devo dire che avrei gradito uno sviluppo maggiore del personaggio, ma forse questa mia osservazione è inficiata dal fatto di aver letto prima il libro. Nel racconto il senso di alienazione del protagonista si avverte molto di più, nel film tutto avviene più in fretta, tanto che a volte ho avuto la sensazione che qualcosa di troppo sia rimasto nel pavimento della sala di montaggio.
D'altro canto stiamo parlando di una pellicola di ben 2 ore e 20, contro un libro di 440 pagine, impossibile quindi ricreare tutto nel dettaglio, senza contare che alcune cose funzionano molto bene in un racconto, ma non in un film.





La colonna sonora l'ho trovata molto riuscita e adatta, spiccano nomi come: Van Halen, Tears For Fears, George Michael, Depeche Mode, New Order, Bee Gees e tanti altri. Alan Silvestri, che ne ha curato la parte strumentale, già noto su Ritorno al futuro, ha fatto davvero un ottimo lavoro e i rimandi alla sua pellicola più iconica sono numerosi. D'altro canto Parzival guida una splendida Delorean!

Il film infatti è un enorme tributo agli anni 80 e alla cultura pop in generale, le citazioni si sprecano davvero, passiamo dalla moto di Kaneda in Akira, al Gigante di Ferro, a King Kong, sino a Gundam, Godzilla, a Batman e tanti tanti altri. Per non parlare dell'enorme amore per gli arcade anni 80 da Space Invaders all'Atari 2600. Ho adorato l'omaggio a Kubrick, veramente un tocco di genialità con cui Spielberg ha potuto divertirsi, divertendoci.

A proposito della regia: Steven Spielberg ha fatto come un passo indietro in tutto questo, ha evitato di autocitarsi troppo, di incensarsi, di riempire il film con riferimenti al suo cinema, l'ho trovato molto bello da parte sua, anche se un po' dispiace perché le sue opere fanno parte del nostro immaginario.


In definitiva promuovo questo Ready Player One: un monito a vivere la propria vita senza trincerarsi troppo nella virtualità. Rimane qualche riserva sul dipanarsi della trama e sui rapporti tra i personaggi che a volte ho trovato affrettati negli accadimenti ed in più un buonismo di fondo, però tipico del cinema di Spielberg. Raramente ho avuto la sensazione che i personaggi fossero realmente in pericolo; il cattivo, interpretato da Ben Mendelsohn, lo avrei reso un filo più spietato.

Il film merita comunque una o più visioni, saprà intrattenervi e divertirvi.

Un vero e proprio tripudio nerd che farà la felicità di molti.





Per chi ha già visto il film: QUI, tutti o quasi, gli Easter Eggs e i riferimenti ad altri media presenti nella pellicola.

5 commenti:

  1. L'ho visto di recente e mi ritrovo molto nelle tue parole, anche se non ho letto il libro.

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  2. Quante Sale del Genere ci sono in Italy?

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  3. Ciao Enrico, di questo livello penso nessuna. A Pioltello hanno un'ottima sala IMAX, però quella Energia di Melzo, a quanto so, è migliore.

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  4. Ed io ancora non l'ho visto. :-(
    Grande articolo Dark, è bello ogni tanto rileggerti anche su questi lidi.

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