domenica 4 marzo 2018

La forma dell'acqua - The shape of water





Finalmente sono riuscito a vedere La forma dell'acqua, film di uno dei registi che apprezzo di più: Guillermo Del Toro. Già premiato a Venezia con un Leone d'oro, questo lavoro sta facendo incetta di premi, ed è candidato a ben 13 premi Oscar, quindi le mie aspettative davanti a questa pellicola sono state, per forza di cose, alte. Eppure, dopo il fracassone Pacific Rim, e il seppur buono Crimson Peak, ho serbato in me il timore che il regista avesse in qualche modo perso il suo tocco.

La storia, ambientata nei primi anni '60, parla di Elisa, interpretata da Sally Hawkins, una muta di mezza età costretta in una vita tutt'altro che appagante, molta solitudine e un lavoro come addetta delle pulizie in un laboratorio dove vengono condotti esperimenti per contrastare la Russia durante la Guerra Fredda. I suoi unici amici sono la sua collega Zelda, Octavia Spencer, e un pittore vicino di casa, GilesRichard Dale Jenkins.
Un bel giorno, nel laboratorio arriva in un container una creatura marina mai vista, una sorta di Gill-man, proveniente dall'Amazzonia. Elisa si sentirà subito incuriosita da questo essere speciale, provando empatia per il suo isolamento e per la sua difficoltà di comunicazione. Due anime affini che si trovano, si incontrano in un ambiente ostile. Abbiamo inoltre il cattivo di turno, rappresentato dal violento colonello Strickland, Michael Shannon, uomo senza morale pronto a sfogare le sue perversioni sui più deboli, trova così occasioni di sadismo verso questo particolare essere anfibio affidato proprio alle sue "cure". Il governo americano ha infatti intenzione di uccidere la creatura per vivisezionarla e studiarla nel dettaglio, ma Elisa farà di tutto per impedirlo. Ci riuscirà?

La trama non è certo particolarmente originale, ci sono vari momenti dove la sospensione dell'incredulità, viene un po' a meno. Alcuni passaggi trovo che avvengano un po' in fretta, semplicisticamente, però qui abbiamo il Del Toro migliore dai tempi del meraviglioso Il Labirinto del Fauno, di cui La Forma dell'acqua può essere considerato tranquillamente una sorta di derivazione. L'interpretazione di Sally Hawkins è meravigliosa, riesce con pochissimi gesti a comunicare tutto il suo dolore, tutto il suo disagio, e l'amore per la creatura, non a caso questo film le è valso una nomination agli Oscar, e scusate se è poco. Ho adorato anche la sua collega afroamericana, Octavia Spencer, davvero brava, ma sono stato particolarmente colpito dall'interpretazione di Richard Jenkins, davvero bravissimo, e perfettamente in sintonia con la Hawkins. Devo dire che pure il cattivo se l'è cavata egregiamente, anche se lo trovo un personaggio più stereotipato, forse nel gruppo il meno riuscito, ma proprio a livello di caratterizzazione.
La storia però, ribalta un po' il cliché degli americani belli e buoni, infatti abbiamo un buono vestito da spia Russa, interpretata dall'ottimo Michael Stuhlbarg.

La fotografia è stupenda, così come la regia sempre ottima di Del Toro. L'amore del regista per le creature fantastiche si è visto per tutta la sua carriera, basta pensare a Hell Boy, e adoro il fatto che usi al minimo la CG. Qui infatti la creatura è praticamente tutta frutto di make up, e a vestirne i panni abbiamo il bravissimo Doug Jones, già visto in molti altri lavori di Del Toro.

Amo i rifimenti a film come Il mostro della Laguna nera, a una certa atmosfera, al balletto, al bianco e nero. C'è un gusto così raffinato in tutto questo, così particolare che non può che colpire lo spettatore. Certo può non piacere a tutti, ad alcuni risulterà ridondante, favolistico, altri, come me, lo adoreranno.
The Shape of the water è una toccante pellicola sulla diversità, sull'amore, sulla solitudine. Una piccola perla che va sicuramente vista almeno una volta. Un film a suo modo coraggioso, un cinema di altri tempi, che ti lascia belle cose dentro, e fidatevi, ne abbiamo bisogno.

In una parola: straconsigliato.







Aggiornamento del 05/03/2018:
Poche ore dopo aver scritto questo post, si è svolta la notte degli Oscar.
Arrivato a Hollywood con 13 nomination, il film di Guillermo del Toro si è portato a casa quattro statuette: Miglior film, miglior regia, miglior scenografia e miglior colonna sonora originale. Il regista messicano commosso cita Spielberg e Douglas Sirk e dedica il premio ai giovani cineasti «perché credano che con il fantasy si può raccontare la realtà»

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