giovedì 29 marzo 2018

Grazie a Fabrizio Frizzi




La morte di Fabrizio Frizzi ha colpito tutti.
Raramente ho visto un moto di dolore così grande muoversi a tutti i livelli, e ciò mi ha fatto riflettere molto.
Infatti, in una società apparentemente arida come la nostra, dove appare figo essere cinici, cattivi, stronzi, uno come Frizzi è un caso raro, una persona che in altre circostanze alcuni definirebbero come una sorta di "loser", invece no, ci ha dimostrato quanto abbiamo bisogno di sorrisi, normalità, gentilezza, cura e amore.

Basta vedere quanto Frizzi si è prodigato per il prossimo, a quante associazioni benefiche ha aderito, quanto si è donato, mostrando inoltre la sua abnegazione ammirevole per il lavoro.
A chi non è capitato di sentirsi dire: "sei troppo buono", come se fosse un deficit, una mancanza?
Essere buoni è un plus non un malus, dobbiamo imparare a educarci all'importanza della nobiltà d'animo, e non a passare il tempo pensando a come fregare il prossimo indossando le maschere più disparate, perché tanto "lo fanno tutti".

In queste ore, tra le tante interviste sulla dipartita di Fabrizio Frizzi, mi hanno colpito le parole di Milly Carlucci al Corriere della sera, calzano molto con quanto ho scritto sino ad ora:
"In questi mesi ha dimostrato cosa significhi essere un uomo forte: spesso la forza viene fraintesa con l’aggressività. Lui che era l’uomo più mite del mondo ha dimostrato invece cosa significhi esserlo per davvero."
Infatti, spesso fraintendiamo la forza con l'urlare, con l'imporsi sul prossimo, con la maleducazione e l'arroganza, ma è tutt'altro che così, anzi, è spesso dimostrazione di debolezza e pochezza interiore.

Ci tengo quindi a ringraziare Fabrizio per l'insegnamento che ci ha lasciato, per l'amore che ha seminato, per i dolci ricordi di quando presentava in tv Doreamon e più avanti Scommettiamo Che...?; per aver reso così umano un giocattolo: Woody di Toy Story, e a proposito, ti voglio vedere ora a trovare chi lo sostituirà per il quarto imminente capitolo.
Un uomo che non ha mai perso la speranza di un domani migliore, un uomo profondamente ottimista, con una grandissima dignità, che è stato fortunato quanto sfortunato nella sua fine prematura, ma che a mio avviso meritava più considerazione in vita, soprattutto da quella Rai che ora tanto lo sta lodando.

La  mia vicinanza a sua moglie Carlotta Mantovan, alla figlia Stella e a tutte le persone che stanno patendo per questa perdita.

Ciao Fabrizio, sei e rimarrai sempre il nostro sceriffo preferito!




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