sabato 30 dicembre 2006

LA MORTE

Sono disgustato... disgustato dalla spettacolarizzazione della morte di un uomo, un uomo che ormai non era più un pericolo per nessuno.
Disgustato per l'atteggiamento di Bush, un essere veramente repellente, falso come pochi, che con la scusa della sua guerra preventiva non ha fatto altro che mietere morte e distruzione.

Mi domando come sia possibile che nel 2006 ci siano ancora certe cose, siamo così moderni e così fermi per certi versi.
Tra l'altro sono convinto che questa morte non porterà altro che sommosse e violenze, che non risolverà assolutamente nulla.



Sia ben inteso, non sto difendendo Saddam, soltanto l'avrei lasciato vivere in carcere il resto dei suoi giorni.
Non posto il video dell pre impiccagione di Hussein per ovvi motivi. ma girando per la rete ho trovato un articolo carino su Libero, si sposa molto con il mio pensiero:


Di Antonino D’Anna

L’impiccagione di Saddam Hussein è stata inutile. Al patibolo non è salito l’ex presidente dell’Iraq, la belva sanguinaria che teneva nascoste le armi di distruzione di massa che nel 2003 spinsero l’amministrazione americana a impantanarsi in una guerra senza sbocco, ma un vecchio senza più potere trasformato in un trofeo da mostrare al mondo. Un trofeo così importante da spingere gli assistenti di George Bush a non disturbare il riposo del presidente americano nel ranch di Crawford, Texas.



A chi rende giustizia questa morte? Forse solo ai parenti di vittime, dolori, stragi che negli anni dal 1979 al 2003 Saddam ha mietuto impunemente. Prima, negli anni ’80, come amico dell’Occidente che fungeva da baluardo contro l’Iran idi Khomeini sostenuto dai sovietici; poi, dopo la guerra del Golfo, come amico dei terroristi e tiranno spietato che il mondo libero aveva bastonato perché aggressore del piccolo (ma redditizio) Kuwait.



Questo non rende innocente Saddam dei suoi crimini, sia chiaro. Ma non rende innocenti neanche quelli che hanno liberato l’Iraq e oggi parlano di giustizia. Perché questa morte non ha fermato le stragi né reso l’Iraq più sicuro. Anzi, è un buon pretesto per il terrorismo e per chi vorrà servirsi del cadavere di Saddam come ottima giustificazione per colpire ancora e destabilizzare l’area mediorientale.



Israele ha tutto il diritto, ad esempio, di dire che “giustizia è fatta”, sa e conosce i pericoli che Saddam e i suoi Scud rappresentarono nella Guerra del Golfo; ma sa a maggior ragione che in quella zona non è cambiato nulla. Piuttosto, in questa Norimberga irachena, perché nessuno ha interrogato seriamente Saddam sulle sue scelte politiche e militari? Non sarebbe stato solo un processo alla Storia, ma soprattutto ad un uomo colpevole di crimini.



Ora tutto questo non importa, Saddam è morto. Fosse un Hitler, potremmo dire che il mondo è più sicuro. Ma niente è cambiato. Tanto valeva lasciarlo vivere.


 


Per concludere dico solo che morte porterà solo ad altra morte:


 


"Gli episodi di violenza in seguito all'esecuzione di Saddam sono stati numerosi. Almeno 75 persone sono state uccise e 125 ferite in diversi attentati. Tre autobomba sono esplose in diversi quartieri sciiti di Baghdad, uccidendo almeno 45 persone. In precedenza, 30 persone, soprattutto donne e bambini, avevano perso la vita e 50 erano state ferite in un'esplosione che aveva colpito il mercato di Kufa, città a maggioranza sciita a circa 150 chilometri a sud della capitale irachena."

1 commento:

  1. Sinceramente anche io l'avrei fatto rimanere in carcere per il resto della sua vita.... ma ormai è andata così....mi ha lasciata letteralmente indifferente e la notizia a mio parere non doveva essere così tanto "pubblicizzata"...

    Cmq ti auguro un felice 2007!!!!

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